
Il primo che ho fatto è l’enfleurage di Jasminum Polyanthum, raccolto di sera (anche se non nel cuore della notte) quando il profumo era molto intenso, e solo se i fiori erano ben asciutti (quindi se aveva piovuto da poco – nisba), piuttosto saltavo un giorno, che è facile rovinare tutto il lavoro con una partita sbagliata e di certo non ne vale la pena solo per guadagnare un giorno in più.. la fioritura è piuttosto prolungata quindi in genere lascia svariati giorni di gioco per fare i dovuti aggiustamenti (ma quest’anno manco quello

Al posto di un olio questa volta ho usato un grasso solido a temperatura ambiente e inodore: burro di karité deodorato, unito ad un goccio di coco-caprylate perché quando ho iniziato faceva ancora freddino e non volevo fosse troppo duro, aperoxid q.b. per dare una mano ad evitare odori indesiderati di grassi ossidati e una quantità lillipuziana di benzoino (oleoresina) in onore della tradizione e per vedere se veramente apporta qualche beneficio al processo.. grassi animali ho preferito non utilizzarli perché non mi son fidata di lasciarli fuori dal frigo per più di un mese, dopotutto esposti a fattori che potevano scatenare reazioni decisamente indesiderate..
L’olio l’ho accantonato perché non mi sembrava rendesse al massimo, senza considerare che ad ogni ricarica dei fiori se ne perdeva un bel po’ per arrivare alla fine del processo con mooolto meno grasso rispetto a quello di partenza.. quindi meglio un grasso solido a temperatura ambiente! (come del resto era l’enfleurage vero e proprio).
Ho distribuito il burro in uno strato sottile qualche millimetro sopra un vassoio ricoperto di carta da forno, messo in una scatola più o meno a misura. Su questo grasso ho poi iniziato a disporre ogni sera i fiori. Le prime volte li ho disposti in ordine, con la corolla a testa in giù, poi sono giunta alla conclusione che non è il metodo migliore.. meglio metterli alla rinfusa e metterne tanti, adagiati delicatamente: in effetti non è il contatto fisico del fiore con il grasso che lo fa profumare, il grasso si profuma con l’aria satura di profumo di gelsomino all’interno della scatola.
Immergere il fiore nel grasso tende ad inibire la cessione di profumo, quindi meglio non annegare i fiori nel grasso né farveli aderire il più possibile, non è come un oleolito, non si vogliono estrarre principi attivi.
Si cerca di catturare “l’headspace” del fiore, cioè il profumo da questo emanato e che percepiamo annusandolo, e il che ci pone ad anni luce perfino dalle assolute e dagli OE, che per forza di cose estraggono anche gli altri composti presenti nei tessuti del fiore, rendendo quindi l’assoluta o l’OE meno simile al profumo che possiamo annusare dal vivo perché entrano nel quadro anche altri odori che in effetti potrebbero sembrare “estranei”. L’enfleurage su questo secondo me ha innegabili vantaggi, anche se è molto più laborioso, ma anche molto, molto affascinante.

Qui foto di una delle prime ricariche quando mettevo fiorellino per fiorellino..
Le ricariche di fiori si fanno ogni circa 24 ore (oltre meglio non andare perché si rischia di catturare anche l’odore della “decadenza” del fiore), avendo cura di scegliere fiori appena aperti, profumati, maneggiati con cura (se stropicciati perdono molto e anzi prendono un odore che decisamente non è quello desiderato).
Arrivati ad una trentina di ricariche per fare una cosa seria –io quest’anno sono riuscita a farne solo 21


Nel caso del gelsomino il profumo che si estrae con l'enfleurage non è acuto come quello dell’assoluta estratta a solvente (di cui non presenta nemmeno la nota di tè), ma è mooolto più morbido, cremoso, dolce, sicuramente notevolmente più fedele al profumo del fiore fresco.
Il benzoino non si sente anche se forse contribuisce alla dolcezza oltre ad influenzarne lievemente la durata aumentandola leggermente. Nel complesso è una meraviglia, molto migliore delle versioni in olio che ho provato finora, anche se ci sono ancora delle cose da migliorare soprattutto nel processo dal lavaggio della pommade in alcool di sicuro! (anche perché non so se è una allucinazione da fobia ma durante questo processo si insinua anche un leggero odore vegetativo che eviterei volentieri e nella pommade non sembra esserci.. come se fosse un sottoprodotto del passaggio in alcool..).
Il secondo enfleurage che sto facendo è invece con i fiori di ginestra (spartium junceum) e ad oggi sono ancora alla diciassettesima ricarica.. anche in questo caso grazie a Giove pluvio

Impresa successiva capire il momento migliore per raccogliere dato che non ho trovato letteratura di supporto.. alla fine sono andata ad annusarle in vari momenti della giornata e sono giunta alla conclusione che il momento migliore è nella prima mattina, abbastanza presto ma dopo che l’umidità della notte si è asciugata. I fiori per profumare devono essere aperti da poco e il profumo è proprio di fiore giallo, molto dolce e ricco, lievemente fruttato che al drydown sa ovviamente di fiore ma anche di pulito (quasi saponettoso).
