Direi la prima regola un ovvio “conservare in flaconi ben chiusi in luogo buio, fresco e asciutto, al riparo da sbalzi di temperatura”.
Ciò detto, ci sono delle considerazioni aggiuntive da fare: per i naturali, chiaramente non tutti i materiali sono uguali e se tutti prima o poi si ossideranno, i tempi e le modalità variano molto.
Tenere presente che il processo ossidativo (causato dall’esposizione all’aria, ed accelerato da luce e calore), da un lato altera il profilo aromatico del materiale, che se va bene avrà un profumo più debole, sennò prenderà proprio una piega sgradevole, ma cosa ancora più importante i composti ossidati aumentano il potenziale di sensibilizzazione (ed anzi si ipotizza che le reazioni a geraniolo, limonene e linalolo per citare alcuni dei più noti – siano in realtà causate più dai prodotti dell’ossidazione di questi composti che dai composti stessi.. vedere l’immensa opera di Valussi per una spiegazione degna di questo nome!).
I più delicati sono sicuramente gli OE ricavati dalla spremitura a freddo della buccia degli agrumi, che vanno conservati in frigo e dureranno in media un anno (meno se tenuti fuori dal frigo), passato il quale è meglio proprio buttare e ricomprare, quindi gli OE di agrumi decisamente non sono da acquistare in quantità in vista di far scorta per tot anni. Discorso simile per OE di pino (sia gli OE di agrumi che quelli di pino infatti hanno generalmente un alto contenuto in terpeni, particolarmente sensibili all’ossidazione).
Oltre a questi anche se per motivi leggermente diversi va aggiunto il cilantro (cioè la foglia del coriandolo), uno dei rarissimi OE (se non l’unico, anche se un minimo credo ci dovrebbe essere pure nell’OE di arancia, vado a memoria cioè non troppo bene

Ultima categoria di materiale naturale che personalmente tengo in frigo sono quelle CO2 con un contenuto in acidi grassi, sempre per rallentare i soliti fenomeni ossidativi.
Il resto (sperando di non aver dimenticato cose importanti

Adesso che vi ho messo lo spauracchio dell’ossidazione

Per i materiali sintetici spero vivamente che possa intervenire qualcuno di più esperto (visto anche che oltre a non avere dalla mia una base in chimica non mi entusiasmano troppo e quindi non li uso per nulla o quasi

Intanto attingendo a piene mani dalle informazioni messe a disposizione su basenotes direi che la maggior parte dei materiali anche in questo caso dura senza particolari problemi per diversi anni, con l’importante eccezione delle aldeidi (attenzione in particolare tra i materiali acquistati recentemente in OC a lilial, benzaldeide o siringaldeide, cucumber aldeide, meno problemi per vanillina sintetica che dovrebbe essere un pelino più stabile), che si ossidano molto velocemente, spesso perdendo semplicemente buona parte del loro odore ma a volte evolvendo in modo piuttosto spiacevole.
Quindi, meglio acquistarne poche alla volta, conservarle in frigo, BEN chiuse, possibilmente in boccette a misura (piene fino all’orlo), o con aggiunta di azoto, misura quest’ultima però da alcuni ritenuta non necessaria perché i materiali più delicati sarebbe meglio riacquistarli ogni anno, soprattutto quelli meno costosi, e soprattutto se si è agli inizi quando ancora non si è in grado di riconoscere al volo quando un odore si è alterato.
Sulla diluizione: molti profumieri notano empiricamente che diluendole in alcool etilico le aldeidi tendono a preservarsi un pochino meglio, durando un pelo di più. Però riportano pure che talvolta la diluizione in alcool etilico può causare una reazione esotermica anche abbastanza importante, che non è precisamente la cosa più desiderabile.. ciò detto però la pratica della diluizione in alcool resta molto usata e consigliabile in profumeria, non solo perché consente di salvare un pochino il naso dalla fatica olfattiva (che sopraggiunge quando si lavora a lungo con questi materiali), il portafogli (perché consente di fare prove di blend con un miglior livello di precisione rispetto ad altri metodi, come quello dello stuzzicadenti per intenderci - e senza sprecare patrimoni), ma permette anche di poter valutare meglio un odore (se troppo forte e concentrato il naso va in tilt) e un miglior controllo delle sfumature nelle composizioni (soprattutto per quei materiali che prenderebbero facilmente il sopravvento).
Per fare un esempio una diluizione molto comune è al 10%, ma dipende molto dal materiale, per dire lo zibetto va diluito mooolto di più, non c’è una regola rigida, basta annotarsi negli appunti qual è la % con cui si sta lavorando.
Segnalo in particolare questo paio di topic che mi sembrano utili (ma scavando un po' sicuramente si può trovare molto altro):
shelf lives
aldehydes storage
poi, soprattutto se si usano materiali sintetici può essere d’aiuto il sito the good scents company : personalmente la mole di informazioni lì è ben più di quello di cui io sappia approfittare, ma è generalmente considerato il punto di partenza per ogni ricerca su un materiale e mi sembra proprio il caso di segnalarlo, soprattutto perché normalmente vengono consigliate le misure per la corretta conservazione, i principali abbinamenti, le eventuali restrizioni IFRA ecc (es: lilial , vedere proprietà, sicurezza ecc. ).
mon dieu, è venuto un papiro
