vitamina k
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vitamina k
mi illuminate a proposito?
premetto che ho cercato ma non ho trovato nulla sul forum, quindi o non se ne è parlato oppure
Allora ho letto (purtroppo non ricordo la fonte) che la vitamina k alternata alla vitamina c puo' essere utile per l'iperpigmentazione del contorno occhi, è vero? E dove potrei trovarla?
premetto che ho cercato ma non ho trovato nulla sul forum, quindi o non se ne è parlato oppure
Allora ho letto (purtroppo non ricordo la fonte) che la vitamina k alternata alla vitamina c puo' essere utile per l'iperpigmentazione del contorno occhi, è vero? E dove potrei trovarla?
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- Spignattatore Esperto
- Messaggi: 5171
- Iscritto il: 03/10/2006, 9:54
La puoi inserire in una crema già pronta.
Anche aromantic vende creme non male sui 5 euro.
Come venditore è affidabile ma un po' caro. Da lui ordino solo cose che non riesco a trovare altrove.
Magari trovi la K (phytonadione) a minor prezzo altrove.
Ho comunque ritrovato il link e come vedi non è 'miracolosa' .. "una riduzione nel 47% dei casi"
http://www.blackwell-synergy.com/links/ ... 070.x/abs/
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Ho comunque ritrovato il link e come vedi non è 'miracolosa' .. "una riduzione nel 47% dei casi"
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- esimio cosmetologo
- Messaggi: 34
- Iscritto il: 07/12/2006, 14:00
attenzione
attenzione alla vitamina K vietata recentemente come ingrediente cosmetico
riporto un articolo:
Dermatite allergica da contatto alle palpebre dovuta alla vitamina K1 contenuta in una crema cosmetica.
Liberata Sportiello* e Lidia Sautebin*°, *Dipartimento di Farmacologia Sperimentale e °Centro Interdipartimentale di Ricerca in Farmacoeconomia e Farmacoutilizzazione, Facoltà di Farmacia, Università di Napoli Federico II.
I cosmetici sono la causa più comune di dermatite allergica da contatto (DAC), infatti, questa patologia è frequentemente dovuta ai coloranti, profumi, resine e conservanti, presenti nei cosmetici, che vengono applicati sul viso, sui capelli e sulle unghie. In particolare questa patologia cutanea si manifesta sovente a livello delle palpebre.
Recentemente, come già riportato nel sito, è stato osservato che anche la vitamina K, presente solo da poco in diversi prodotti cosmetici, può scatenare questo tipo di reazione. In natura, la vitamina K esiste in due diverse forme molecolari: la vitamina K 1 (fitomenadione) e la vitamina K 2 (menachinone), ma ci sono anche diversi analoghi sintetici, come la vitamina K 3 (menadione). La vitamina K 1 è disponibile per uso terapeutico, infatti, è principalmente impiegata, in pazienti affetti da ipo-protrombinemia (una disfunzione del fegato), come antidoto ai farmaci cumarinici oppure nella deficienza da vitamina K (fibrosi cistica). Recentemente, come appena detto, la vitamina K 1 è stata introdotta sul mercato anche nei prodotti cosmetici, in particolare quelli specifici per il “contorno occhi” ed in creme che riducono il rossore associato alla laser terapia. Alla vitamina K sono associate reazioni di ipersensibilità di tipo IV, che non sono molto frequenti, anche se sono state descritte soprattutto in pazienti con insufficienza epatica, che sviluppano una reazione eczematosa locale in seguito all’iniezione di tale vitamina (1,2). Sono state riportate anche DAC “occupazionali” da parte di impiegati di laboratori farmaceutici o veterinari, dopo aver maneggiato la vitamina K 3 (3,4). Recentemente, sulla rivista Contact Dermatitis (vol 55: 246-255, 2006), sono stati riportati due casi di dermatite allergica da contatto dovuti alla presenza di vitamina K 1 nella stessa crema cosmetica utilizzata dai due soggetti.
Il primo caso riguarda una donna di 37 anni che, oltre a manifestazioni precedenti di DAC al nichel, ha sviluppato un’acuta reazione pruriginosa ed eczematosa nella zona periorbitale, con edema alle labbra. La paziente aveva usato, tre settimane prima che si manifestassero le lesioni cutanee, un nuovo trucco per il viso ed una crema per diminuire la iper-pigmentazione nella zona periorbitale (Ureadin® contorno occhi; Isdin, Barcellona, Spagna). Dopo sospensione dell’applicazione di tutti i cosmetici e la prescrizione di corticosteroidi topici e sistemici, le lesioni sono guarite nell’arco di quattro settimane.
Il secondo caso riguarda una donna di 36 anni che aveva già sofferto di rinocongiuntivite allergica al polline e di DAC al nichel. La donna ha presentato una dermatite eczematosa, pruriginosa e squamosa nella zona periorbitale. L’intervento terapeutico con corticosteroidi topici di bassa potenza ha determinato un marcato miglioramento delle lesioni in due settimane. Per quattro settimane, antecedenti alle lesioni cutanee, la donna aveva utilizzato una crema per diminuire la iper-pigmentazione nella zona periorbitale (Ureadin® contorno occhi; Isdin, Barcellona, Spagna). La crema “contorno occhi”, specifica per la zona periorbitale, con marchio Ureadin®, utilizzata da entrambe le donne, conteneva vitamina K 1, urea, coenzima Q10, parabeni, profumi, diossido di titanio ed una lunga lista di additivi. L’azienda produttrice ha, inoltre, confermato che la crema non conteneva nichel.
Entrambe le pazienti sono state sottoposte a patch test con la Serie Standard di allergeni da contatto (True Test®; Alk-Abello, Madrid, Spagna) ma anche con diversi filtri solari (2%), acido p-amminobenzoico (10%), 8-metossipsoralene (0.001%), diossido di titanio (1%) (tutti in petrolatum, Aristegui®, Bilbao, Spagna), il trucco utilizzato dalla prima paziente, la crema “contorno occhi” Ureadin® utilizzata da entrambe le pazienti (testati tal quali) e con la sola vitamina K 1 (soluzione acquosa 1 mg/ml, Konakion®, Roche, Svizzera). In entrambe le pazienti, sono state osservate reazioni positive solo alla crema Ureadin® (+++), alla vitamina K 1 (+++) e al nichel solfato(++). I patch test con la crema Ureadin® e la vitamina K 1 sono risultati, invece, negativi nei 15 soggetti, utilizzati come “controllo”. Entrambe le pazienti sono state, inoltre, sottoposte a patch test con una miscela, fornita dalla stessa casa produttrice su richiesta, contenente tutti gli ingredienti della crema Ureadin®, ad eccezione della vitamina K 1 e del profumo, con esito negativo.
In base a quanto riportato e dato il crescente uso della vitamina K 1 nelle creme cosmetiche e la conseguente amplificazione dell’esposizione a questa vitamina, assisteremo probabilmente in futuro ad un aumento della frequenza di reazioni allergiche dovute a tale vitamina. E’ per questo che sarebbe opportuno studiare la vitamina K 1 come una nuova possibile causa di DAC alle palpebre.
Referenze:
Bruynzeel I. , Hereda C.L., Folkers E., Bruynzeel D.P. Cutaneous hypersensitivity reactions to vitamin K: 2 case reports and review of the literature. Contact Dermatitis 1995; 32: 78–82.
Sommers S., Wilkinson S.M., Peckham D., Wilson C. Type IV hypersensitivity to vitamin K. Contact Dermatitis 2002; 46: 94–96.
Camarasa J.G., Barnadas M. Occupational dermatosis by vitamin K3 sodium bisulphite. Contact Dermatitis 1982; 8: 268.
Romaguera C., Grimalt F., Conde- Salazar L. Occupational dermatitis from vitamin K3 sodium bisulfite. Contact Dermatitis 1980; 6: 355–356.
adriano
riporto un articolo:
Dermatite allergica da contatto alle palpebre dovuta alla vitamina K1 contenuta in una crema cosmetica.
Liberata Sportiello* e Lidia Sautebin*°, *Dipartimento di Farmacologia Sperimentale e °Centro Interdipartimentale di Ricerca in Farmacoeconomia e Farmacoutilizzazione, Facoltà di Farmacia, Università di Napoli Federico II.
I cosmetici sono la causa più comune di dermatite allergica da contatto (DAC), infatti, questa patologia è frequentemente dovuta ai coloranti, profumi, resine e conservanti, presenti nei cosmetici, che vengono applicati sul viso, sui capelli e sulle unghie. In particolare questa patologia cutanea si manifesta sovente a livello delle palpebre.
Recentemente, come già riportato nel sito, è stato osservato che anche la vitamina K, presente solo da poco in diversi prodotti cosmetici, può scatenare questo tipo di reazione. In natura, la vitamina K esiste in due diverse forme molecolari: la vitamina K 1 (fitomenadione) e la vitamina K 2 (menachinone), ma ci sono anche diversi analoghi sintetici, come la vitamina K 3 (menadione). La vitamina K 1 è disponibile per uso terapeutico, infatti, è principalmente impiegata, in pazienti affetti da ipo-protrombinemia (una disfunzione del fegato), come antidoto ai farmaci cumarinici oppure nella deficienza da vitamina K (fibrosi cistica). Recentemente, come appena detto, la vitamina K 1 è stata introdotta sul mercato anche nei prodotti cosmetici, in particolare quelli specifici per il “contorno occhi” ed in creme che riducono il rossore associato alla laser terapia. Alla vitamina K sono associate reazioni di ipersensibilità di tipo IV, che non sono molto frequenti, anche se sono state descritte soprattutto in pazienti con insufficienza epatica, che sviluppano una reazione eczematosa locale in seguito all’iniezione di tale vitamina (1,2). Sono state riportate anche DAC “occupazionali” da parte di impiegati di laboratori farmaceutici o veterinari, dopo aver maneggiato la vitamina K 3 (3,4). Recentemente, sulla rivista Contact Dermatitis (vol 55: 246-255, 2006), sono stati riportati due casi di dermatite allergica da contatto dovuti alla presenza di vitamina K 1 nella stessa crema cosmetica utilizzata dai due soggetti.
Il primo caso riguarda una donna di 37 anni che, oltre a manifestazioni precedenti di DAC al nichel, ha sviluppato un’acuta reazione pruriginosa ed eczematosa nella zona periorbitale, con edema alle labbra. La paziente aveva usato, tre settimane prima che si manifestassero le lesioni cutanee, un nuovo trucco per il viso ed una crema per diminuire la iper-pigmentazione nella zona periorbitale (Ureadin® contorno occhi; Isdin, Barcellona, Spagna). Dopo sospensione dell’applicazione di tutti i cosmetici e la prescrizione di corticosteroidi topici e sistemici, le lesioni sono guarite nell’arco di quattro settimane.
Il secondo caso riguarda una donna di 36 anni che aveva già sofferto di rinocongiuntivite allergica al polline e di DAC al nichel. La donna ha presentato una dermatite eczematosa, pruriginosa e squamosa nella zona periorbitale. L’intervento terapeutico con corticosteroidi topici di bassa potenza ha determinato un marcato miglioramento delle lesioni in due settimane. Per quattro settimane, antecedenti alle lesioni cutanee, la donna aveva utilizzato una crema per diminuire la iper-pigmentazione nella zona periorbitale (Ureadin® contorno occhi; Isdin, Barcellona, Spagna). La crema “contorno occhi”, specifica per la zona periorbitale, con marchio Ureadin®, utilizzata da entrambe le donne, conteneva vitamina K 1, urea, coenzima Q10, parabeni, profumi, diossido di titanio ed una lunga lista di additivi. L’azienda produttrice ha, inoltre, confermato che la crema non conteneva nichel.
Entrambe le pazienti sono state sottoposte a patch test con la Serie Standard di allergeni da contatto (True Test®; Alk-Abello, Madrid, Spagna) ma anche con diversi filtri solari (2%), acido p-amminobenzoico (10%), 8-metossipsoralene (0.001%), diossido di titanio (1%) (tutti in petrolatum, Aristegui®, Bilbao, Spagna), il trucco utilizzato dalla prima paziente, la crema “contorno occhi” Ureadin® utilizzata da entrambe le pazienti (testati tal quali) e con la sola vitamina K 1 (soluzione acquosa 1 mg/ml, Konakion®, Roche, Svizzera). In entrambe le pazienti, sono state osservate reazioni positive solo alla crema Ureadin® (+++), alla vitamina K 1 (+++) e al nichel solfato(++). I patch test con la crema Ureadin® e la vitamina K 1 sono risultati, invece, negativi nei 15 soggetti, utilizzati come “controllo”. Entrambe le pazienti sono state, inoltre, sottoposte a patch test con una miscela, fornita dalla stessa casa produttrice su richiesta, contenente tutti gli ingredienti della crema Ureadin®, ad eccezione della vitamina K 1 e del profumo, con esito negativo.
In base a quanto riportato e dato il crescente uso della vitamina K 1 nelle creme cosmetiche e la conseguente amplificazione dell’esposizione a questa vitamina, assisteremo probabilmente in futuro ad un aumento della frequenza di reazioni allergiche dovute a tale vitamina. E’ per questo che sarebbe opportuno studiare la vitamina K 1 come una nuova possibile causa di DAC alle palpebre.
Referenze:
Bruynzeel I. , Hereda C.L., Folkers E., Bruynzeel D.P. Cutaneous hypersensitivity reactions to vitamin K: 2 case reports and review of the literature. Contact Dermatitis 1995; 32: 78–82.
Sommers S., Wilkinson S.M., Peckham D., Wilson C. Type IV hypersensitivity to vitamin K. Contact Dermatitis 2002; 46: 94–96.
Camarasa J.G., Barnadas M. Occupational dermatosis by vitamin K3 sodium bisulphite. Contact Dermatitis 1982; 8: 268.
Romaguera C., Grimalt F., Conde- Salazar L. Occupational dermatitis from vitamin K3 sodium bisulfite. Contact Dermatitis 1980; 6: 355–356.
adriano
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Avevo letto anch'io sul divieto della vitamina K nei cosmetici.
Quando voglio farmi del male vado QUI, c'è da sbizzarrirsi sui possibili rischi degli ingredienti cosmetici.
Quando voglio farmi del male vado QUI, c'è da sbizzarrirsi sui possibili rischi degli ingredienti cosmetici.
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- Iscritto il: 07/10/2006, 16:39
Re: vitamina k
La vitamina K nei cosmetici è vietata in quantità superiore all'1% in quanto è un farmaco salvavita e al tempo stesso un forte allergene, quindi si ritiene indispensabile non diffondere una sensibilizzazione alla sostanza mettendola nei cosmetici quando potrebbe essere necessaria per salvare la vita. Inoltre i dati sulla tossicità per uso continuo non sono noti.