Estratti vegetali : tipologie (1)

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Landre
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Estratti vegetali : tipologie (1)

Messaggio da Landre »

Allora, specifichiamo una cosa..

Esistono due tipologie di polveri in commercio

Droga in polvere > la droga ( pianta secca ) viene frantumata e polverizzata. Questa non può essere usata direttamente nei cosmetici! Si possono fare oloeliti, tinture ed altro, a seconda delle caratteristiche della pianta, in modo da estrarre i principi attivi.

Estratto secco ( polvere ) > questo può essere usato direttamente nei cosmetici, in quanto è già il risultato di un' estrazione. Va benissimo in ambito cosmetico, perchè ne occorre poco rispetto ad un estratto fluido o oleoso, in quanto è più ricco di costituenti rispetto a questi ultimi.
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e.a.poe
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Messaggio da e.a.poe »

Io solitamente uso gli estratti secchi proprio per evitare problemi, un estratto secco solitamente è 20-30 volte più concentrato di un qualsiasi altro estratto. Quindi basterebbe metterne uno 0,5-1% in fase idro o lipo (dalle schede si legge che gli estratti secchi sono moderatamente solubili in acqua ed olio) ed abbiamo risolto il problema. Quando si ha una parte della pianta, anche finemente polverizzata, risulta difficile inserirla in una crema... io spesso uso un pò di acqua bollentissima e cerco di sciogliere ciò che si scioglie, filtro e metto in fase C... ma temo che alla fine di un 5% ipotizzato nella crema ci finisce nemmeno la decima parte... esistono gli estratti proprio per questo... :) e secondo me anche per quanto riguarda gli estratti secchi bisogna fare delle distinzioni opportune per quanto riguarda la purezza della materia prima. Provate semplicemente a vedere o toccare un estratto Indena e confrontatelo con qualsiasi altro, non c'è paragone. Purtroppo costano un occhio della testa. :roll:
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Messaggio da e.a.poe »

Sicuramente la migliore estrazione è in alcool, ma non si usa molto per la cosmetica, si usa l'estratto secco!!! Oppure il glicolico che ha una resa bassa, molto bassa. Ok vuoi fare un'estratto glicolico? E' semplice. Prendi 100 gr di polvere, la raffini il più possibile, incorpori i 100 gr di centella in una miscela di 100 ml di acqua e 100 ml di glicole propilenico, a questo punto tutto il composto lo lasci sotto agitazione per 24 ore a 20 C° di temperatura, successivamente filtri la soluzione; c'è anche un'alternativa: 100 gr di centella, 180 ml di acqua e 20 ml di glicole propilenico, stesso discorso,24 ore in agitazione ma a 40°, poi filtri. Il problema è uno... chi fa i turni per agitare in continuazione il composto per 24 ore?? :D:
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Messaggio da carlitadolce »

ma quindi secondo voi il metodo che consiglia az (10 gr polvere di centella+10 ml glicerina+90 ml acqua distillata, lasciare 24 ore poi filtrare) secondo voi non va bene? :oops:
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Landre
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Messaggio da Landre »

@ carlitadolce.. ma .. la glicerina, da sola, non è tutto questo portento come solvente.. io ci aggiungerei anche dell' alcool, se proprio voglio ottenere qualcosa di più "sostanzioso"...
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Messaggio da Landre »

Trilly ha scritto:Civ, se metti l'estratto secco direttamente nella crema ti giochi il colore :firu:
se le dici così, correrà ad usare SOLO estratti secchi coloranti :risat:

Lola ha scritto:però a me pare che l'estratto idroalcolico sia peggiore dal punto di vista principi attivi solubilizzati del glicolico.
Da quel che ho capito io l' estrazione idroalcolica è più mirata, ovvero si estrae un determinato gruppo di costituenti, mentre il glicole è più ad ampio spettro. ( chiedo conferma, perchè ho letto parrocchie dalle opinioni contrastanti ).

Comunque sia, l' estratto secco batte tutti gli altri per concentrazione di costituenti.
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Messaggio da carlitadolce »

e come si fa quest'estratto secco? :twisted: 8)
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Messaggio da Landre »

E' un procedimento che non si può fare in ambito casalingo.

In pratica l' estratto secco si ricava da una soluzione idroalcolica ( o più raramente di altra natura ). I solventi di questa ( acqua ed alcool ) vengono fatti evaporare quasi totalmente ( se non ricordo male credo sia ammesso un residuo massimo del 2% ). Rimane così una polverina, ovvero i costituenti dell' estratto. Ecco perchè sono decisamente più concentrati degli altri composti, perchè non hai a che fare con i solventi di partenza, ma SOLO con le sostanze estratte.
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Messaggio da e.a.poe »

Allora cerchiamo di risolvere la questione una volta per tutte! Il glicole propilenico ha un'ottima miscibilità con sostanze polari come l'acqua ed alcool ma ha (l'hanno creata per questo) anche una porzione apolare che dà grosse (ed indiscriminate) capacità estrattive. Insomma il propilenico estrae di tutto un pò e taluni lo trovano anche aggressivo sulla pelle, cito solo un piccolo esempio, da qualche tempo si sta sperimentando l'estrazione con glicole butilenico che ha meno capacità estrattive ma è anche molto meno aggressivo. L'alcool ha affinità specifiche a seconda della classe di composti che vogliamo estrarre. Cortesemente Lola importantizziamo questa tabella semplice ma completa. Se prendiamo una parte di pianta useremo una miscela di alcool tale per cui potremo, a seconda dellla gradazione, potremo estrarre dei principi attivi:
alcool a 90° + droga= verranno estratti gli olii essenziali e la canfora
alcool a 80° + droga= verranno estratte le sostanze resinose
alcool a 70° + droga= vengono estratti gli alcaloidi
alcool tra 50 e 60°+droga= cumarine
alcool tra 60 e 70+ droga= la maggior parte degli altri principi attivi
alcool a 30-40°+ droga= i tannini.
Quindi come vediamo l'alcool è molto selettivo, il procedimento non finisce ovviamente qui. Infatti per ottenere un estratto fluido dovremo avvalerci di varie tecniche come la macerazione o la percolazione. Se (e dico se) la droga è in grado di "esaurire" il suo rilascio in alcool ad una data gradazione otterremo un estratto idroalcoolico (di varie gradazioni ma solitamente diluito al 20-30%) con un rapporto droga/estratto solitamente 1:1.
Se invece vogliamo ottenere un estratto secco dobbiamo usare la semplice acqua distillata, ma dobbiamo poi far uso di particolari metodiche di laboratorio per far evaporare a "basse" temperature l'acqua (liofilizzatore, nebulizzatore). Naturalmente più è sofisticato il procedimento e più riusciremo ad ottenere un estratto secco concentrato con un titolo ben definito. Proprio per questo c'è una differenza di parecchi euro tra cento grammi di estratto secco di centella al 2% in asiaticoside (una decina d'euro per 100 gr) ed un estratto secco al 20% in asiaticoside (quasi una trentina d'euro per 100 gr). Capiremo da questo che il triterpene asiaticoside (cicatrizzante) è presente 10 volte in più nel secondo caso. Quindi c'è una bella differenza tra uno 0,5% di centella titolata al 20% in ua crema ed uno 0,5% di centella titolata al 2%. Concludiamo dicendo che in cosmesi si usano le forme glicoliche e secche, sconsigliate fortemente le forme fluide (per via dell'alcool che non è propriamente igroscopico) ed anche sconsigliate le tinture (si ottengono per macerazione da pianta fresca anzichè da pianta secca) sempre per via del grado alcoolico. Da dire una cosa ulteriore, è da sfatare il mito della pianta fresca posta a macerazione che avrebbe migliori qualità di quella secca. Infatti se per quanto riguarda la produzione di essenze spesso è vero non risulta assolutamente vero nei casi degli estratti, molte volte i principi attivi si formano alla "morte" della pianta. Il mio Prof. Nicoletti (Docente di Botanica alla Sapienza) diceva una cosa sacrosanta, "il massimo momento di vitalità di un organismo è quando muore, è inatti in quel momento che si hanno gli squilibri fisiologici (cioè le reazioni), ed è da quelle reazioni che si hanno le molecole più interessanti." Mi sia consentita un'ultima considerazione, c'è un'enorme differenza anche tra l'estratto vegetale FU e l'estratto vegetale semplice. L'estratto vegetale "farmaceutico" segue un cammino di produzione tale che si abbia uno standard puro di altissimo profilo, basterebbe una differenza su tutte, nella F.U. la percentuale di droga deve essere del 20%, negli estratti vegetali non F.U. la percentuale è solitamente il 10%. Devo però dire una verità, questi estratti faticano anche le farmacie a trovarli, ci sono 2-3 grandi aziende al mondo che producono ad altissimi standard qualitativi (ho citato l'indena non a caso), poi ci sono tanti piccoli laboratori o distributori vari che fanno più propaganda che fatti. La verità è che per ottenere estratti garantiti (nonostante una legge di divieto dei pesticidi ancora ambigua) ci servono macchinari costosi, progetti da milioni di euro e capitali aziendali da paura. Con questo aberrante interrogativo lascio a voi le conclusioni. :D:
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Messaggio da CIVETTA »

no scdusa edgar ma con un alcool a 90° estraggo tutto, cioè quello che ci sta dal 30 al 90 se io uso un alcool a 50° estrarro qeullo che di sta da 30 a 50, non vorrai mica dirmi che con alcool a 90° estraggoi solo oe, io ce l'ho a 95 cosa estraggo :D:
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Messaggio da Landre »

CIVETTA ha scritto:no scdusa edgar ma con un alcool a 90° estraggo tutto, cioè quello che ci sta dal 30 al 90 se io uso un alcool a 50° estrarro qeullo che di sta da 30 a 50, non vorrai mica dirmi che con alcool a 90° estraggoi solo oe, io ce l'ho a 95 cosa estraggo :D:
No, la tabella che ha riportato E.a.Poe è corretta...

Ad esempio: una tintura di calendula intorno ai 90° avrà un potere più astringente, in quanto estrarrà maggiormente la componente resinosa della pianta, mentre se la fai intorno ai 25° estrarrai meglio i flavonoidi, quindi sarà più antinfiammatoria...
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Messaggio da Landre »

e.a.poe ha scritto:Proprio per questo c'è una differenza di parecchi euro tra cento grammi di estratto secco di centella al 2% in asiaticoside (una decina d'euro per 100 gr) ed un estratto secco al 20% in asiaticoside (quasi una trentina d'euro per 100 gr). Capiremo da questo che il triterpene asiaticoside (cicatrizzante) è presente 10 volte in più nel secondo caso. Quindi c'è una bella differenza tra uno 0,5% di centella titolata al 20% in ua crema ed uno 0,5% di centella titolata al 2%.


Si, però c'è anche da dire che le titolazioni possono essere fuorvianti agli occhi dei consumatori, perchè possono far pensare che un estratto titolato sia necessariamente migliore di uno senza titolazione.... e questo non è sempre vero!!!!!!
Spesso l' azione farmacologica di una pianta è dovuta all' intero fitocomplesso e non alle singole categorie di costituenti... Perciò in questi casi le titolazioni non sempre possono dare una corretta indicazione.

Resta comunque il fatto che una buona titolazione è un ottimo strumento per capire il quantitativo di costituenti.

da sfatare il mito della pianta fresca posta a macerazione che avrebbe migliori qualità di quella secca. Infatti se per quanto riguarda la produzione di essenze spesso è vero non risulta assolutamente vero nei casi degli estratti, molte volte i principi attivi si formano alla "morte" della pianta.
Hai ragione... Una pianta essiccata non è altro che del materiale lavorato per essere conservato al meglio. ( una pianta marcia o secca non ha le stesse proprietà ). ****
Anche qui però bisogna prendere caso per caso ogni singolo vegetale: vedi il celebre caso degli acidi caffeilchinici della Bardana, che una volta iniziato il processo enzimatico, perdono le famose proprietà cosmetiche purificanti.

**** EDIT: è anche vero che alcuni costituenti, durante/dopo l' essicazione, aumentano, diventando più bio-dosponibili, ma ciò non vuol dire che, in ogni caso, una pianta essiccata sia migliore di una fresca... dipende.. ;)
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Messaggio da e.a.poe »

X Landre: hai perfettamente ragione, ogni pianta ha milioni di principi attivi, cambiano anche a seconda del tempo balsamico della pianta, alcune si prendono addirittura acerbe, altre da secche hanno principi farmacologicamente interessanti. Per un chimico una pianta è un'enorme biblioteca di aggiornamento, conosciamo ancora poco di tante strutture chimiche delle piante ed è opportuno ricordare che oltre il 95% delle molecole che troviamo nei farmaci sono derivate da strutture chimiche delle piante (emisintesi). Mi ricordo una particolarità su tutte del carrubo, la polpa (epicarpo e mesocarpo) danno effetti lassativi, i semi causano stipsi. Questo per dire che da sola una pianta può avere decine di effetti. Nel caso della Centella è lo stesso, naturalmente chi cerca l'effetto di supporto alla normale cicatrizzazione organica sicuramente propenderà per l'estratto titolato al 20%, per altre attività un estratto così specifico non dovrà essere considerato fondamentale, diciamo che le titolazioni sono importanti non solo per la cosmetica ma soprattutto quando si vanno a preparare integratori e preparati vari.. :)
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Re: Estratti vegetali : tipologie (1)

Messaggio da pannina »

Evvai! Ecco il topo che mi serviva! Ho comprato dal sito polacco zwereboroacomediavolosichiama l'estratto secco di vite rossa e pensavo di doverlo far macerare o cose simili, invece qui leggo che posso usarlo direttamente nella crema. Pensate che per una crema per la couperose posso usarlo all 1%? Sul sito polacco c'è scritto 3% ma mi sembra un esagerazione ...
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Re: Estratti vegetali : tipologie (1)

Messaggio da e.a.poe »

X Pannina: dipende... alcuni estratti secchi possono essere aggiunti anche al 10-15%. Se posso consigliarti sciogli la quota che vuoi aggiungere in un pò d'acqua bollentissima. Solitamente il calore aumenta la solubilità.
E quante notti in bianco,
davanti a un cielo stanco,
il grido del silenzio,
che annaffia fogli di malinconia,
per diventare mare, diventare amore,
ed inventarmi accanto a te

(A.Errico - Il grido del silenzio)
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Re: Estratti vegetali : tipologie (1)

Messaggio da pannina »

Mi sembra un ottimo consiglio... POE, così lo aggiungo un pchetto alla volta alla crema e mi fermo se sembra troppo rosso o pastoso o cose simili... lo metterò al 3% come c'è scritto sul sito. :-)
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Re: Estratti vegetali : tipologie (1)

Messaggio da pannina »

Fermi tutti!!! Fortunatamente non ho messo in atto il mio proposito! Lo 0.50% di estratto secco di vite rossa è più che sufficiente. Ho fatto la cremina ed è venuta color vinaccia (poi pubblicherò la ricetta e anche le foto e metterò il lkink qui), penso che al massimo avrei potutto tentare con l'1% ma con il rischio di tingermi la faccia di rosso...
Klo
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Re: Estratti vegetali : tipologie (1)

Messaggio da Klo »

Non so se può interessare e nemmeno se è il posto giusto altro non ho trovato...
Ho letto un articolo che secondo me è interessante e riguarda le definizioni, proprietà, identificazione e principi attivi delle varie droghe estratti e quello che può condizionarne il contenuto. Se a qualcuno può interessare metto qui il link
http://www.unifi.it/clctf/upload/sub/CT ... osiaOK.pdf
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Galatea
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Re: Estratti vegetali : tipologie (1)

Messaggio da Galatea »

Finalmente sono riuscita a procurarmi del vero autentico estratto secco di rosa canina, titolato al 50% in vitamina C.
Ho fatto la prova per essere sicura che si sciogliesse veramente (grazie Tagliar :D: ) e lo fa, l'acqua si colora ma rimane limpida, a parte pochissime particelle un po' più grosse che si possono comodamente filtrare.
Ho sciolto ben 960 mg di estratto in settanta grammi di acqua, 70 gr perché più o meno è la quantità d'acqua che va in una crema, e fredda per non danneggiare la vitamina C, dopodiché me la sono bevuta :D:.
Avrete capito che il mio scopo è quello di farmi una crema molto ricca in vitamina C. Ora mi si presenta il dilemma dell'ossidazione: questo benedetto 50% di C quanto tempo resisterà nella mia crema? Faccio una crema grassa, sperando che i grassi proteggano dall'ossidazione da contatto con l'aria, ma non sono comunque riuscita a venire a capo di questo aspetto. Ha senso un prodotto del genere? E se il problema dell'ossidazione permane, chiedo agli erboristi, c'è modo di arginarlo con qualcosa di "stabilizzante"?
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Re: Estratti vegetali : tipologie (1)

Messaggio da Lola »

C'è un topic sulla stabilizzazione della C proprio in questa sezione.Altrimenti, fai un'acqua in olio e ti protegge tutto (ma ne vale la pena...?)
...perchè io VI VEDO

"Dovrei mettere all'ingresso del forum avete presente quei metal detector tipo negli aeroporti? Quando suona, faccio lasciare giù la scatoletta di bicarbonato e faccio passare solo senza."