Stick anidri
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Stick anidri
Cari esperti, si sa che fare un burro cacao in stick è la cosa più facile del mondo, roba da primo spignatto.
Ma farne uno buono è tutto un altro paio di maniche.
Mi riferisco alla durata e alla granulosità.
Dunque ho due stick gemelli fatti a partire dallo stesso impasto con il 30% di burro di cacao, 30% di cera d'api, 15% tocoferile acetato e 15% olio di ricino, non ho usato nessuna profumazione.
Uno è a casa, l'altro l'ho tenuto in borsetta quindi ha preso più sbalzi termici dell'altro quest'estate. Appena fatti erano perfetti, lisci e uniformi, non eccessivamente nutrienti ma comunque al livello di un burro cacao comprato.
A distanza di mesi quello che tenevo in borsetta è pieno strapieno di granuli duri che fanno effetto sabbia sulle labbra; quello che sta a casa un po' meglio ma meno uniforme di prima.
Un altro (ricetta 30% cera d'api 30% burro di cacao 30% burro di karitè) più recente ha iniziato ad avere degli affioramenti in superficie come di burro bianco opaco, quasi fosse una polverina; per il momento niente granuli.
Insomma com'è che sti burro cacao "lavorano"? C'è un modo per mantenerli stabili nel tempo? C'è un modo per emulsionarli meglio in modo che siano più uniformi?
Ma farne uno buono è tutto un altro paio di maniche.
Mi riferisco alla durata e alla granulosità.
Dunque ho due stick gemelli fatti a partire dallo stesso impasto con il 30% di burro di cacao, 30% di cera d'api, 15% tocoferile acetato e 15% olio di ricino, non ho usato nessuna profumazione.
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Un altro (ricetta 30% cera d'api 30% burro di cacao 30% burro di karitè) più recente ha iniziato ad avere degli affioramenti in superficie come di burro bianco opaco, quasi fosse una polverina; per il momento niente granuli.
Insomma com'è che sti burro cacao "lavorano"? C'è un modo per mantenerli stabili nel tempo? C'è un modo per emulsionarli meglio in modo che siano più uniformi?
Ultima modifica di Lola il 09/10/2008, 14:35, modificato 3 volte in totale.
...perchè io VI VEDO
"Dovrei mettere all'ingresso del forum avete presente quei metal detector tipo negli aeroporti? Quando suona, faccio lasciare giù la scatoletta di bicarbonato e faccio passare solo senza."
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Re: Stick anidri
Infatti laboratori capaci di produrre lozioni, creme ecc. li puoi trovare in ogni quartiere...quelli in grado di produrre make up di qualita' sono pochi...pochissimi.Lola ha scritto:Cari esperti, si sa che fare un burro cacao in stick è la cosa più facile del mondo, roba da primo spignatto.
Ma farne uno buono è tutto un altro paio di maniche.
Non sono un esperto.. Nella mia azienda si e' smesso di produrre stick fine anni 70Lola ha scritto:Mi riferisco alla durata e alla granulosità.
Dunque ho due stick gemelli fatti a partire dallo stesso impasto con il 30% di burro di cacao, 30% di cera d'api, 15% tocoferile acetato e 15% olio di ricino, non ho usato nessuna profumazione.
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Un altro (ricetta 30% cera d'api 30% burro di cacao 30% burro di karitè) più recente ha iniziato ad avere degli affioramenti in superficie come di burro bianco opaco, quasi fosse una polverina; per il momento niente granuli.
Insomma com'è che sti burro cacao "lavorano"? C'è un modo per mantenerli stabili nel tempo? C'è un modo per emulsionarli meglio in modo che siano più uniformi?
ed il know how e' evaporato...
Ti riporto solo alcune indicazioni :
1- selezionare le materie prime...per produrre stick belli e stabili non puoi usare cacao e karite qualunque...
Oltre ai normali parametri di qualita' ( gia' difficili da trovare in burri vegetali ) dovresti controllare: curva di fusione , percentuale di solidi , tipo di cristallizzazione , quantita' di acqua assorbita ecc ecc
2- .formulare con qualche accorgimento tecnico in piu': stabilizzazione pickering o roba del genere...per intenderci polveri tipo aerosil eccc.eccc.
3- processo sotto controllo..
Puoi passare dalla cristallizzazione alfa alla beta1 o alla beta a seconda di come scaldi e raffreddi.
Spignattando proverei a scaldare rapidamente in microonde e raffreddare molto molto lentamente ( 4 ore minimo continuando a ruotare ).
Ultima modifica di paracelso il 07/10/2008, 2:49, modificato 1 volta in totale.
Paracelso -
stufo di bufale cosmetiche - http://www.nononsensecosmethic.org
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Grazie sei stato illuminante.
Sicuramente da spignattatore casalingo non ho la possibilità di fare i controlli sulla materia prima, sia perchè mi mancano dati di questo genere sia perchè ad esempio il karitè si compra e non si sa mai cosa arriva, credo però di aver capito che alla fin fine è meglio quello grezzo, che vedo resiste di più all'irrancidimento e deve aver ricevuto meno riscaldamento in lavorazione, quindi magari fa meno cristalli con il riscaldamento che gli dò io (cretinata?).
Stabilizzazione pickering: mi indichi l'aerosil che ho capito essere silice pirogenica, avevo già fatto ricerche in passato per capire a cosa servisse e si trova pochissimo, ma qualcuno mi deve aver detto qualche volta che serve a gelificare gli olii liquidi, può essere?
Il raffreddamento: ecco su questo posso intervenire meglio. Ad un certo punto avevo pensato che raffreddando velocemente il mix restava più uniforme, però fa il buco in mezzo (come una specie di cratere centrale perchè i lati dello stick solidificano prima, ma non ho ancora capito il perchè visto che non credo ci sia un grande cambiamento di volume con la temperatura del mio mix).
Poi mi è venuto in mente che con il raffreddamento veloce magari facevo cristallizzare separatamente le parti che solidificano prima quindi ho proceduto a raffreddamento a temperatura ambiente senza velocizzare il processo (in media ci vogliono 20 minuti).
Se mi dici così isolo la siringa con il mio stick mettendole intorno qualcosa in modo da raddoppiare il tempo di raffreddamento e allungarlo quanto è possibile.
Sicuramente da spignattatore casalingo non ho la possibilità di fare i controlli sulla materia prima, sia perchè mi mancano dati di questo genere sia perchè ad esempio il karitè si compra e non si sa mai cosa arriva, credo però di aver capito che alla fin fine è meglio quello grezzo, che vedo resiste di più all'irrancidimento e deve aver ricevuto meno riscaldamento in lavorazione, quindi magari fa meno cristalli con il riscaldamento che gli dò io (cretinata?).
Stabilizzazione pickering: mi indichi l'aerosil che ho capito essere silice pirogenica, avevo già fatto ricerche in passato per capire a cosa servisse e si trova pochissimo, ma qualcuno mi deve aver detto qualche volta che serve a gelificare gli olii liquidi, può essere?
Il raffreddamento: ecco su questo posso intervenire meglio. Ad un certo punto avevo pensato che raffreddando velocemente il mix restava più uniforme, però fa il buco in mezzo (come una specie di cratere centrale perchè i lati dello stick solidificano prima, ma non ho ancora capito il perchè visto che non credo ci sia un grande cambiamento di volume con la temperatura del mio mix).
Poi mi è venuto in mente che con il raffreddamento veloce magari facevo cristallizzare separatamente le parti che solidificano prima quindi ho proceduto a raffreddamento a temperatura ambiente senza velocizzare il processo (in media ci vogliono 20 minuti).
Se mi dici così isolo la siringa con il mio stick mettendole intorno qualcosa in modo da raddoppiare il tempo di raffreddamento e allungarlo quanto è possibile.
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p
io posso solo riportare la mia esperienza visto che consumo burrocacao come il pane.. dunque ogni settimana o x me, mamma o x zie e amiche sono a farne..
a volte x la fretta mettevo la mia siringa in frigo.. bestemmiando in turco quando usciva dalla siringa a pezzi.. come se si crepasse..
cosi' anche io sto adottando il sistema della siringa a temperatura ambiente, dentro un bicchiere alto di vetro per non fa colare il tutto..
magari isolare la plastica ulteriormente con della pellicola?
a volte x la fretta mettevo la mia siringa in frigo.. bestemmiando in turco quando usciva dalla siringa a pezzi.. come se si crepasse..
cosi' anche io sto adottando il sistema della siringa a temperatura ambiente, dentro un bicchiere alto di vetro per non fa colare il tutto..
magari isolare la plastica ulteriormente con della pellicola?
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..non esiste separazione definitiva finche' esiste il ricordo.. I.Allende
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Io pensavo a della carta o stoffa (che ne so magari un giro di quelle bende per fasciare le ferite) e poi perchè no un giro di domopack.
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non posso saperlo,ma temo che piu' e' grezzo peggio e'. La mia esperienza e' che il karite buono e' difficile da trovare ... In ogni caso va testata la curva di solidificazione rispetto alla temperatura. il test e' facile ma in effetti eccessivo per chi spignatta.Lola ha scritto:Grazie sei stato illuminante.
Sicuramente da spignattatore casalingo non ho la possibilità di fare i controlli sulla materia prima, sia perchè mi mancano dati di questo genere sia perchè ad esempio il karitè si compra e non si sa mai cosa arriva, credo però di aver capito che alla fin fine è meglio quello grezzo, che vedo resiste di più all'irrancidimento e deve aver ricevuto meno riscaldamento in lavorazione, quindi magari fa meno cristalli con il riscaldamento che gli dò io (cretinata?).
si dovrebbe trovare facilmente visto che e' un eccipiente nel galenico...aiuta molto. Oltre alla stabilizzazione di interfaccia ha un ruolo nei processi di nucleazione dei cristalli di burro.Lola ha scritto: Stabilizzazione pickering: mi indichi l'aerosil che ho capito essere silice pirogenica, avevo già fatto ricerche in passato per capire a cosa servisse e si trova pochissimo, ma qualcuno mi deve aver detto qualche volta che serve a gelificare gli olii liquidi, può essere?
se lavori con una siringa,Lola ha scritto: Il raffreddamento: ecco su questo posso intervenire meglio. Ad un certo punto avevo pensato che raffreddando velocemente il mix restava più uniforme, però fa il buco in mezzo (come una specie di cratere centrale perchè i lati dello stick solidificano prima, ma non ho ancora capito il perchè visto che non credo ci sia un grande cambiamento di volume con la temperatura del mio mix).
Poi mi è venuto in mente che con il raffreddamento veloce magari facevo cristallizzare separatamente le parti che solidificano prima quindi ho proceduto a raffreddamento a temperatura ambiente senza velocizzare il processo (in media ci vogliono 20 minuti).
Se mi dici così isolo la siringa con il mio stick mettendole intorno qualcosa in modo da raddoppiare il tempo di raffreddamento e allungarlo quanto è possibile.
Volendo far bene usi un bagnomaria , Una tecnica corretta prevede tempi anche molto piu' lunghi e un raffreddamento a dente di sega ,quindi in sostanza con 2 bagnomaria e cicli calanti di riscaldamento veloce e raffreddamento lento.
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- esimio cosmetologo
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Re: Stick anidri
A mio parere la cosa + semplice da fare per uno spignattatore per evitare granelli polveriene è quello di evitare l’utilizzo o limitare la cera d’api o miscelarla con cera carnauba e/o candelilla
Un esempio base di lavoro semplice è la seguente:
Cera candellilla 8% -10%
Cera carnauba 3.5%- 5%
Cera d’api 3.5 – 5%
Si lavora a ca. 80°C
Sono indicazioni indicative in quanto dipende dai burri o oli che uno vuole utilizzare
Se poi vuoi dagli un poco di lucido aggiungi un 1% di polyisobutene o un cera siliconica
Se ti piace opaco aggiungi uno 0.5-1% titanio biossido o di silice.
Inoltre la silice ha la capacità di gelificare gli oli pertanto aiuta a stabilizzare
Ciao
Un esempio base di lavoro semplice è la seguente:
Cera candellilla 8% -10%
Cera carnauba 3.5%- 5%
Cera d’api 3.5 – 5%
Si lavora a ca. 80°C
Sono indicazioni indicative in quanto dipende dai burri o oli che uno vuole utilizzare
Se poi vuoi dagli un poco di lucido aggiungi un 1% di polyisobutene o un cera siliconica
Se ti piace opaco aggiungi uno 0.5-1% titanio biossido o di silice.
Inoltre la silice ha la capacità di gelificare gli oli pertanto aiuta a stabilizzare
Ciao
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Io invece ho notato che quando metto lo stick dalla siringa al barattolo del labello i primi 3/4 sono scioglievolissimi mentre l'ultimo 1/4 è più duro, come se la cera si fossen concentrata lì. Quando lo faccio faccio fondere in un vasetto, mescolo bene, colo nella siringa e metto in frigo proprio perchè magari raffreddando prima riesco a "bloccare" la cera prima che mi vada tutta da una parte.
Inoltre ultimamente vorrei colorarli un pochino ma quando ci ho provato avevo uno stick che perdeva gocce fucsia e il resto era colorato a pezzi, questo perchè il colorante è a base acquosa e la cera d'api me lo emulsionerebbe solo se io mescolassi fino a raffreddamento... ma poi non mi viene più a stick!
Quindi pensavo al prossimo burro cacao di aggiungere un pochino-ino di lecitina di soja così che mi nutra bene e che mi emulsioni quelle poche gocce di colorante che vorrei aggiungere... se mi sento in vena di sperimentare magari metto anche poco miele e vedo se non fa l'effetto troppo appiccicoso!
Inoltre ultimamente vorrei colorarli un pochino ma quando ci ho provato avevo uno stick che perdeva gocce fucsia e il resto era colorato a pezzi, questo perchè il colorante è a base acquosa e la cera d'api me lo emulsionerebbe solo se io mescolassi fino a raffreddamento... ma poi non mi viene più a stick!
Quindi pensavo al prossimo burro cacao di aggiungere un pochino-ino di lecitina di soja così che mi nutra bene e che mi emulsioni quelle poche gocce di colorante che vorrei aggiungere... se mi sento in vena di sperimentare magari metto anche poco miele e vedo se non fa l'effetto troppo appiccicoso!
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mi sembrano problematiche molto diverse da quelle riportate da Lola. Quelli di Lola a me sembrano tipici problemi di stabilita' dei burri alle variazioni di temperatura e si risolvono,specie gli affioramenti polverosi tipo cioccolata d'estate e le "escrescenze" tipo bruffolo purulento a seguito di cicli caldo freddo , controllando la cristallizzazione dei burri col ciclo termico che ho suggerito. La fase piu' importante di ricristallizzazione nella formula di Lola si realizza tra i 50 e i 25 gradi. . invece I problemi di disomogeneita' durante il raffreddamento a me sembrano molto problematiche di formula.dove l'equilibrio tra cere , paste o burri solidi ed oli liquidi non e' adeguato alla curva di raffreddamento.Istheria ha scritto:Io invece ho notato che quando metto lo stick dalla siringa al barattolo del labello i primi 3/4 sono scioglievolissimi mentre l'ultimo 1/4 è più duro, come se la cera si fossen concentrata lì. Quando lo faccio faccio fondere in un vasetto, mescolo bene, colo nella siringa e metto in frigo proprio perchè magari raffreddando prima riesco a "bloccare" la cera prima che mi vada tutta da una parte.
gli stick sono prodotti complessi dove e' sufficente una materia prima con punto di fusione diverso per dover rivedere la formula o il processo...dal poco che hai detto sulla formula non si capisce se hai gia una buona base su cui lavorare. Se si...l'aggiunta di miele pigmenti lucidanti opacizzanti o quant'altro non e' un grosso problema, nel caso contrario.... e' come alzare l'asticciola mentre uno sta saltando... .Istheria ha scritto: Inoltre ultimamente vorrei colorarli un pochino ma quando ci ho provato avevo uno stick che perdeva gocce fucsia e il resto era colorato a pezzi, questo perchè il colorante è a base acquosa e la cera d'api me lo emulsionerebbe solo se io mescolassi fino a raffreddamento... ma poi non mi viene più a stick!
Quindi pensavo al prossimo burro cacao di aggiungere un pochino-ino di lecitina di soja così che mi nutra bene e che mi emulsioni quelle poche gocce di colorante che vorrei aggiungere... se mi sento in vena di sperimentare magari metto anche poco miele e vedo se non fa l'effetto troppo appiccicoso!
Paracelso -
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Gaton cera carnauba ce l'ho, candelilla no ma la procureremo; ho della silice a granulometria sottilissima, a che percentuale? Non è che poi gratta?
Paracelso non mi è chiarissimo il metodo di rafreddamento; ho pensato che posso tranquillamente mantenere il prodotto riscaldato mettendolo a bagno in un contenitore alto e stretto (vaso di vetro per asparagi) a bagnomaria mantenendo la temperatura dell'acqua desiderata e controllandola col termometro.
Ma devo fare due riscaldamenti veloci e poi raffreddamento lento? tempistiche? Mi intrippa sta cosa
Paracelso non mi è chiarissimo il metodo di rafreddamento; ho pensato che posso tranquillamente mantenere il prodotto riscaldato mettendolo a bagno in un contenitore alto e stretto (vaso di vetro per asparagi) a bagnomaria mantenendo la temperatura dell'acqua desiderata e controllandola col termometro.
Ma devo fare due riscaldamenti veloci e poi raffreddamento lento? tempistiche? Mi intrippa sta cosa
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- esimio cosmetologo
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A me la tua formula piace senza grosse modifiche..Lola ha scritto:Gaton cera carnauba ce l'ho, candelilla no ma la procureremo; ho della silice a granulometria sottilissima, a che percentuale? Non è che poi gratta?
Paracelso non mi è chiarissimo il metodo di rafreddamento; ho pensato che posso tranquillamente mantenere il prodotto riscaldato mettendolo a bagno in un contenitore alto e stretto (vaso di vetro per asparagi) a bagnomaria mantenendo la temperatura dell'acqua desiderata e controllandola col termometro.
Ma devo fare due riscaldamenti veloci e poi raffreddamento lento? tempistiche? Mi intrippa sta cosa
Se prendi le formule industriali standard degli stick per me la complichi e non migliori la stabilita' infatti le cere diverse servono a modificare altri parametri , alcuni di questi, come il punto di goccia che industrialmente si vuole molto alto, in realta' spignattando ti rendono molto piu' difficile il processo di temperaggio, che per me con la tua formula originaria si realizza agevolmente anche sotto i 50 gradi. Ma dovrei verificarlo meglio e dipende dalla qualita' delle materie prime.
Nel temperaggio i cristalli di cacao e karite diventano piu' piccoli ed uniformi. il prodotto risulta piu' omogeneo e compatto e molto piu' stabile alle variazioni di temperarura.
Spignattando uno stick come il tuo innanzi tutto manterrei piu' basse le temperature di fusione a costo di procedere alla miscela in fasi di temperatura diverse... Poi in fase di raffreddamento preparerei un bagnomaria sopra la temperatura di fusione del burro piu" alto ( per questo il controllo delle materie prime e' cruciale ) immergerei la capsula-siringa in raffreddamento nel bagno e lascerei raffreddare il tutto ( l'alta capacita' termica dell'acqua e magari un contenitore adeguato rallentano il raffreddamento ) ogni tanto giri il prodotto, poi quando sei 15 gradi sotto immergi la capsula in un altro bagnomaria 5 gradi sotto alla temperatura iniziale del primo bagno ...cosi' di seguito con un circa davanti a tutte le temperature che ho riportato ...
Gia' cosi' per me anche se molto artigianalmente hai dei miglioramenti notevoli nella qualita dello stick che restando "morbido" non fa polvere e granuli
Poi se ti viene bene puoi ragionare su come migliorare la formula..
Lancio qualche idea carina:
Parlando di prodotto naturale spignattato pensa ai vantaggi della jojoba solida e/o liquida.
Poi se usi burri che inglobano molta acqua ( come il cupuacu) puoi ottenere qualita sopra gli std industriali.
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paracelso ha scritto:gli stick sono prodotti complessi dove e' sufficente una materia prima con punto di fusione diverso per dover rivedere la formula o il processo...dal poco che hai detto sulla formula non si capisce se hai gia una buona base su cui lavorare. Se si...l'aggiunta di miele pigmenti lucidanti opacizzanti o quant'altro non e' un grosso problema, nel caso contrario.... e' come alzare l'asticciola mentre uno sta saltando... .
Grazie per avermi risposto e mi spiace, non avevo capito che i problemi miei e di Lola fossero così diversi perchè credevo che anche il mio fosse dovuto alla temperastura di raffreddamento!
In genere li faccio a occhio con più olii e burri possibile, giusto per avere di tutto un po', ma forse dovrei farci più attenzione visto che mi si separa in quanto a consistenza. Cercherò di migliorare la formula!
Grazie mille per la tua risposta!
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Oggi l'ho fatto, avevo un pomeriggio a casa e l'ho dedicato a questo (oltre che alle lavatrici e a stirare )
Iniziato più o meno alle tre e mezza. Ho messo a bagnomaria cercando di scaldare svelta
4 g cera d'api (punto di fusione 63°)
3 g tocoferile acetato
1 g olio di ricino
quando la cera si è sciolta ho aggiunto 4 g di burro cacao (punto di fusione 33°) e aspettato un attimo che si sciogliesse pure lui, infine trasferito nel vaso di asparagi con acqua a 65°
atteso finchè è arrivato a 50° poi sostituito con acqua a 60°, giù fino a 45° poi 50°, giù fino a 35° poi 45°, giù fino a 30° e poi l'ultima l'ho messa a 40° e lasciata lì (erano ormai le sette di sera). Domani stantuffo fuori i burro cacao e li testo, ma la vera prova sarà col tempo che passa .
Per quanto riguarda la scelta delle cere so che magari la cera d'api è quella che dà più problemi e un prodotto meno elegante da vedere, però è quella col punto di fusione più basso e più grassa e morbida; nessun burrocacao in commercio mi soddisfa quindi penso che continuerò con le mie ricette casalinghe; saranno meno belle ma funzionano e nutrono di più. naturalmente farò un bell'ordinone per procurarmi anche il cupuacu più qualche cera strana.
Risultato finale il giorno dopo:
Iniziato più o meno alle tre e mezza. Ho messo a bagnomaria cercando di scaldare svelta
4 g cera d'api (punto di fusione 63°)
3 g tocoferile acetato
1 g olio di ricino
quando la cera si è sciolta ho aggiunto 4 g di burro cacao (punto di fusione 33°) e aspettato un attimo che si sciogliesse pure lui, infine trasferito nel vaso di asparagi con acqua a 65°
atteso finchè è arrivato a 50° poi sostituito con acqua a 60°, giù fino a 45° poi 50°, giù fino a 35° poi 45°, giù fino a 30° e poi l'ultima l'ho messa a 40° e lasciata lì (erano ormai le sette di sera). Domani stantuffo fuori i burro cacao e li testo, ma la vera prova sarà col tempo che passa .
Per quanto riguarda la scelta delle cere so che magari la cera d'api è quella che dà più problemi e un prodotto meno elegante da vedere, però è quella col punto di fusione più basso e più grassa e morbida; nessun burrocacao in commercio mi soddisfa quindi penso che continuerò con le mie ricette casalinghe; saranno meno belle ma funzionano e nutrono di più. naturalmente farò un bell'ordinone per procurarmi anche il cupuacu più qualche cera strana.
Risultato finale il giorno dopo:
Ultima modifica di Lola il 09/10/2008, 14:33, modificato 1 volta in totale.
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Bravissima.che lavoraccio!.
Sperem !!!
Quando torno in ufficio cerco i documenti sulla cristallizzazione dei burri vegetali...non lavoro con questi processi, ma ad una fat academy provarono a spiegarmi tutto; che cristallo si forma scaldando velocemente o lentamente e che cristallo si forma raffreddando velocemente o lentamente.
Sperem !!!
Quando torno in ufficio cerco i documenti sulla cristallizzazione dei burri vegetali...non lavoro con questi processi, ma ad una fat academy provarono a spiegarmi tutto; che cristallo si forma scaldando velocemente o lentamente e che cristallo si forma raffreddando velocemente o lentamente.
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Che pazienza, che precisione!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
io passo... sono di natura imprecisa e poco paziente :firu:
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ciao
Hai dubbi sulle regole del forum? Leggi QUI e non fingere di averlo fatto... perchè tanto noi ti becchiamo!!!
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Ho delle cold cream anche vecchie (a me durano perchè ci metto il phenonip) e non ho mai avuto problemi di granuli anche dopo molto tempo. Però in questo caso il raffreddamento è lento, ci vuole anche una mezz'ora per portarla a temperatura ambiente. E il fatto di mescolare continuamente secondo me impedisce che si formino cristalli più grandi.
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scusate l'ignoranza, ma che cosa intendete per cold cream ?anto ha scritto:Questi suggerimenti possono essere validi anche per quelle del forum che fanno le cold cream ?
postare la formula please ...
comunque la tecnica è ultraconosciuta ed utilissima per farsi
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LA CIOCCOLATA.
Paracelso -
stufo di bufale cosmetiche - http://www.nononsensecosmethic.org
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- Spignattatore Esperto
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- Iscritto il: 03/10/2006, 9:54
Olio acqua cera d'api (galeno) .
[no linguaggio sms]. questa storia della cristallizzazione la noto anche nelle w/o .
Più l'emulsionamento è lento e la T scende gradualmente con innalzamenti dovuti all'aggiunta della fase acquosa calda e meglio viene.
Se invece aggiungo l'acqua tiepida abb. velocemente e poi vado di minipimer (la testa grossa abbassa la T) ottengo una crema sicuramente più densa (maggiore rotazione=maggiore 'solidità' ) ma meno fine e sospetto che dipenda proprio dal 'brusco' calo di T
[no linguaggio sms]. questa storia della cristallizzazione la noto anche nelle w/o .
Più l'emulsionamento è lento e la T scende gradualmente con innalzamenti dovuti all'aggiunta della fase acquosa calda e meglio viene.
Se invece aggiungo l'acqua tiepida abb. velocemente e poi vado di minipimer (la testa grossa abbassa la T) ottengo una crema sicuramente più densa (maggiore rotazione=maggiore 'solidità' ) ma meno fine e sospetto che dipenda proprio dal 'brusco' calo di T
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- esimio cosmetologo
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- Iscritto il: 13/12/2006, 8:58
Piu' ermetico di galeno, che comunque non parlava inglese e credo che non l'avrebbe chiamata COLD ...anto ha scritto:Olio acqua cera d'api (galeno) .
Le avete provate davvero ? Vi stanno su per piu' di 10 giorni ?
La cera d'api non e' un vero emulsionante...e penso che del come far stare su le cold cream ( che credo siano le w/o che facevano nei primi del 900 e non ho mai capito perche' le chiamavano "cold") chi le ha sperimentate ce ne dovrebbe parlare con qualche dato in piu' Per me senza "neutralizzare" la cera non dovrebbero stare su...
Paracelso -
stufo di bufale cosmetiche - http://www.nononsensecosmethic.org
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