Siliconi e petrolati giù per lo scarico: dove vanno a finire
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ecco, una precisazione visto che l'idraulica è parte del mio campo:tutto quello che va giù per il tubo non arriva così come noi pensiamo dritto al mare.
Esistono i depuratori e ci sono leggi per lo scarico nelle acque superficiali e sotterranee. Il fatto che le leggi vengano disattese è un reato, ma per ora ho avuto modo di vedere molte realtà e posso assicurarvi che la paraffinum liquidum che scivola dalle mani della casalinga nello scarico del lavello il mare lo vedrà solo col binocolo, per fortuna...
Esistono i depuratori e ci sono leggi per lo scarico nelle acque superficiali e sotterranee. Il fatto che le leggi vengano disattese è un reato, ma per ora ho avuto modo di vedere molte realtà e posso assicurarvi che la paraffinum liquidum che scivola dalle mani della casalinga nello scarico del lavello il mare lo vedrà solo col binocolo, per fortuna...
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beh gli scarichi domestici, per chi ha la fognatura pubblica comunale, possono essere inviati unitamente o separatamente al depuratore comunale.
alcuni impianti, soprattutto più recenti, portano le acque nere (rifiuti solidi di tipo organico e anche composti azotati, per esempio residui di lavorazioni) e le acque grigie, ossia acque mediamente saponate raccolte principalmente dagli scarichi dei nostri lavandini, vasche e docce.
In generale le reti miste che trattano tutte le acque degli scarichi (ad eccezione degli industriali) unitamente prevedono processi di abbattimento delle cariche microbiche e di batteri mediante trattamenti (es. con calce) all'interno di serbatoi e vasche direttamente in condotta fognaria.
I passaggi successivi (per le cittàpiù avanti avvengono nelle vasche dei depuratori, per le altre sempre in condotta) ci sono poi processi di separazione dei metalli e per gli inorganici.
Le scorie vengono in genere trattate in serbatoi dove l'impasto, detto floculante, viene mescolato all'aria che permette l'attivazione dei batteri "buoni" che si cibano di immondizie e le distruggono digerendole...
I fanghi che si ottengono dal trattamento delle acque reflue possono essere essiccati ed utilizzati come fertilizzanti o in caso di presenza di sostanze insolubili o inquinanti devono essere smaltiti secondo procedura di rifiuti speciali, come da testo unico ambientale.
In alcune realtà carenti di acqua (in grecia ad esempio, ma anche in alcune zone d'italia) si cerca di separare dai reflui i residui organici per il riutilizzo delle acque ad esempio in agricoltura.
Se ci sono domande rispolvero il mio testo universitario sull'architettura delle fogne....... :yuhu:
alcuni impianti, soprattutto più recenti, portano le acque nere (rifiuti solidi di tipo organico e anche composti azotati, per esempio residui di lavorazioni) e le acque grigie, ossia acque mediamente saponate raccolte principalmente dagli scarichi dei nostri lavandini, vasche e docce.
In generale le reti miste che trattano tutte le acque degli scarichi (ad eccezione degli industriali) unitamente prevedono processi di abbattimento delle cariche microbiche e di batteri mediante trattamenti (es. con calce) all'interno di serbatoi e vasche direttamente in condotta fognaria.
I passaggi successivi (per le cittàpiù avanti avvengono nelle vasche dei depuratori, per le altre sempre in condotta) ci sono poi processi di separazione dei metalli e per gli inorganici.
Le scorie vengono in genere trattate in serbatoi dove l'impasto, detto floculante, viene mescolato all'aria che permette l'attivazione dei batteri "buoni" che si cibano di immondizie e le distruggono digerendole...
I fanghi che si ottengono dal trattamento delle acque reflue possono essere essiccati ed utilizzati come fertilizzanti o in caso di presenza di sostanze insolubili o inquinanti devono essere smaltiti secondo procedura di rifiuti speciali, come da testo unico ambientale.
In alcune realtà carenti di acqua (in grecia ad esempio, ma anche in alcune zone d'italia) si cerca di separare dai reflui i residui organici per il riutilizzo delle acque ad esempio in agricoltura.
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ecco, non so se si è capito comunque il fine è capire che tutto quello che va nei nostri scarichi non tira dritto e intonso fino a fiumi e mari....
se avete la fossa biologica in quanto non allacciati alle fognature comunali occhio a quello che ci buttate dentro....rischiate prima di tutto di intasarla e secondo di sterminare i batteri che da bravi operai disrtruggono la fase organica permettendo al livello della vasca di mantenersi costante...
Occhio
se avete la fossa biologica in quanto non allacciati alle fognature comunali occhio a quello che ci buttate dentro....rischiate prima di tutto di intasarla e secondo di sterminare i batteri che da bravi operai disrtruggono la fase organica permettendo al livello della vasca di mantenersi costante...
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certo non sono residui di semplice eliminazione. peròi depuratori sono in grado di trattarli, sempre che siano correttamente gestiti e soprattutto dimensionati,
Infatti le note dolenti sono le enormi portate d'acqua che derivano da scarichi non autorizzati in fogna: un esempio, prelievi per usi tecnici dalle falde che poi vengono gettati in fogna.
In questo modo le concentrazioni di inquinanti diminuiscono perchè le acque di falda ad uso energetico ad esempio non subiscono nessun trattamento...
Le acque nere diventano più fluide così vengono tarati i depuratori su concentrazioni di inquinanti non realistiche sul lungo termine.
Inoltre le grandi portate sono onerose da trattare per cui i comuni entrano in difficoltà
E' un problema annoso e di soluzione difficile, come tutti i problemi che derivano dal comportamento irresponsabile delle persone
comqunque gli strumenti tecnici di smaltimento e depurazione sono avanzati e disponibili, l'unico problema sta nell'applicazione
come sempre del resto
Infatti le note dolenti sono le enormi portate d'acqua che derivano da scarichi non autorizzati in fogna: un esempio, prelievi per usi tecnici dalle falde che poi vengono gettati in fogna.
In questo modo le concentrazioni di inquinanti diminuiscono perchè le acque di falda ad uso energetico ad esempio non subiscono nessun trattamento...
Le acque nere diventano più fluide così vengono tarati i depuratori su concentrazioni di inquinanti non realistiche sul lungo termine.
Inoltre le grandi portate sono onerose da trattare per cui i comuni entrano in difficoltà
E' un problema annoso e di soluzione difficile, come tutti i problemi che derivano dal comportamento irresponsabile delle persone
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Scusa ma visto che la biodegradabilità di un silicone è 0 .. finirà (nella migliore delle ipotesi - impianto super tarato - ottimamente gestito e nuovo di pacca) in un fango di scarto giusto? E questo dove finisce?
Una volta quando esisteva l'omino col carretto che girava a pulire i pozzi neri quello che c'era dentro finiva a concimare i pomodori.
Il petrotatum e i siliconi faranno così bene ai pomodori?
Una volta quando esisteva l'omino col carretto che girava a pulire i pozzi neri quello che c'era dentro finiva a concimare i pomodori.
Il petrotatum e i siliconi faranno così bene ai pomodori?
Ultima modifica di anto il 08/09/2008, 15:38, modificato 1 volta in totale.
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i fanghi contenenti sostanze classificate come rifiuti speciali vengono smaltiti come rifiuti speciali.
alcuni fanghi vengono dunque stoccati in siti dove si attende il decadimento della sostanza.
c'è da dire che la solubilità zero dei siliconi non è un ostacolo al loro impiego come fertilizzanti
la catena è complessa comunque, in base alla classificazione delle sostanze siliconiche, vengono effettuati trattamenti con funghi e batteri in atmosfera aerobica. ilfine è spezzare le catene polimeriche.
una volta ridotti a sostanze più semplici è consentito l'uso in agricoltura e come fertilizzanti.
va detto che la persistenza dei silconi non è tutta uguale, varia con le condizioni ambientali tra cui l'umidità.
purtroppo semplificare la questione è assai pericoloso, insomma non è che dal barattolo del balsamo si finisce dritti ai pomodori,
le sostanze subiscono modificazioni significative, e la compatibilità ambientale, specie con le acque, è oggetto di legislazioni accurate e molto specialistiche
ovviamente i siliconi in quantità massive provenienti da scarichi industriali devono essere trattati come tali, già presso gli impianti e prima che vengano immessi nelle reti reflue
alcuni fanghi vengono dunque stoccati in siti dove si attende il decadimento della sostanza.
c'è da dire che la solubilità zero dei siliconi non è un ostacolo al loro impiego come fertilizzanti
la catena è complessa comunque, in base alla classificazione delle sostanze siliconiche, vengono effettuati trattamenti con funghi e batteri in atmosfera aerobica. ilfine è spezzare le catene polimeriche.
una volta ridotti a sostanze più semplici è consentito l'uso in agricoltura e come fertilizzanti.
va detto che la persistenza dei silconi non è tutta uguale, varia con le condizioni ambientali tra cui l'umidità.
purtroppo semplificare la questione è assai pericoloso, insomma non è che dal barattolo del balsamo si finisce dritti ai pomodori,
le sostanze subiscono modificazioni significative, e la compatibilità ambientale, specie con le acque, è oggetto di legislazioni accurate e molto specialistiche
ovviamente i siliconi in quantità massive provenienti da scarichi industriali devono essere trattati come tali, già presso gli impianti e prima che vengano immessi nelle reti reflue
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Facciamo l'esempio di Monfalcone... abbiamo pure il depuratore, ma il 30% della città non è attaccata alla fognatura quindi tutto il mio balsamo per capelli (io abito in una zona non servita) va a finire da qualche parte che non è il depuratore. E non credo che la situazione nel resto d'Italia sia tanto migliore.
In ogni caso il rifiuto speciale anche se stoccato c'è, i bidoni dopo venti-trent'anni si rompono, io tanto trqnquilla non starei. Tenendo conto oltretutto che se adesso c'è l'emergenza rifiuti normali, tra una ventina d'anni potrebbe esserci pure quella dei rifiuti speciali...
In ogni caso il rifiuto speciale anche se stoccato c'è, i bidoni dopo venti-trent'anni si rompono, io tanto trqnquilla non starei. Tenendo conto oltretutto che se adesso c'è l'emergenza rifiuti normali, tra una ventina d'anni potrebbe esserci pure quella dei rifiuti speciali...
...perchè io VI VEDO
"Dovrei mettere all'ingresso del forum avete presente quei metal detector tipo negli aeroporti? Quando suona, faccio lasciare giù la scatoletta di bicarbonato e faccio passare solo senza."
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chi non è allacciato a nessuna rete di reflui comunale ha per forza di cose una vasca settica o fossa biologica interrata nel proprio giardino o cortile.
Cosa succede: quando noi tiriamo l'acqua, o scarichiamo da docce, lavelli e vasche tutto ba a finire in fossa biologica.
la fossa di solito è un vascone in cemento armato ed ha delle camere distinte (esempio quella di casa mia ne ha 3), tutte collegate da sezioni di condotto.
ciascuna camera contiene i liquami nei differenti stadi di fermentazione che pian piano, diventando piùliquidi, separano le fasi passando da una camera alla successiva.
nelle case più evolute c'è anche un disoleatore, cioè separatore per composti a base di saponi e tensioattivi,
nei casi più diffusi l'azione dei batteri e degli enzimi riduce col tempo le cariche dei liquami e, attraverso apposite tubazioni forate o simili pian piano i liquidi vengono dispersi nei terreni circostanti se a valle non c'è una fognatura comunale.
Come vedete la fossa biologica è un'arma molto piùpericolosa di qualsiasi depuratore o deposito di rifiuti: in pochissimi casi esistono sezioni di separazione e trattamento dei saponi, dunque tutto quello che noi gettiamo nella fossa poi riaffiora nei terreni circostanti.
C'è da dire che le cariche inquinanti non hanno concentrazioni così distruttive come si pensa.
Ma appare chiaro che gettare composti oleosi e grandi quantità di saponi negli scarichi sia quantomeno folle, soprattutto perchè l'equilibrio enzimantico delle fosse èdelicato, e se lo rompiamo le fosse smettono di funzionare, si intasano e il risultato è terrificante, dal punto di vista igienico ed ambientale
Cosa succede: quando noi tiriamo l'acqua, o scarichiamo da docce, lavelli e vasche tutto ba a finire in fossa biologica.
la fossa di solito è un vascone in cemento armato ed ha delle camere distinte (esempio quella di casa mia ne ha 3), tutte collegate da sezioni di condotto.
ciascuna camera contiene i liquami nei differenti stadi di fermentazione che pian piano, diventando piùliquidi, separano le fasi passando da una camera alla successiva.
nelle case più evolute c'è anche un disoleatore, cioè separatore per composti a base di saponi e tensioattivi,
nei casi più diffusi l'azione dei batteri e degli enzimi riduce col tempo le cariche dei liquami e, attraverso apposite tubazioni forate o simili pian piano i liquidi vengono dispersi nei terreni circostanti se a valle non c'è una fognatura comunale.
Come vedete la fossa biologica è un'arma molto piùpericolosa di qualsiasi depuratore o deposito di rifiuti: in pochissimi casi esistono sezioni di separazione e trattamento dei saponi, dunque tutto quello che noi gettiamo nella fossa poi riaffiora nei terreni circostanti.
C'è da dire che le cariche inquinanti non hanno concentrazioni così distruttive come si pensa.
Ma appare chiaro che gettare composti oleosi e grandi quantità di saponi negli scarichi sia quantomeno folle, soprattutto perchè l'equilibrio enzimantico delle fosse èdelicato, e se lo rompiamo le fosse smettono di funzionare, si intasano e il risultato è terrificante, dal punto di vista igienico ed ambientale
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ci tengo a dire che gran parte dei fosfati contenuti nei comuni detersivi e detergenti hanno alti tassi di biodegradabilità, come indicato per legge sulle etichette ad esempio dei detersivi per lavatrice.
I composti rilasciati dalle fosse difficilmente arrivano alle falde e raramente le inquinano.
inoltre svolgono un'opportuna azione condizionante sul terreno, arricchendolo di fosfati e azoto preziosi per colture e anche per i giardini.
se vuoi conoscere le analisi di falde e terreni della tua zona rivolgiti all'arpa della tua regione...
I composti rilasciati dalle fosse difficilmente arrivano alle falde e raramente le inquinano.
inoltre svolgono un'opportuna azione condizionante sul terreno, arricchendolo di fosfati e azoto preziosi per colture e anche per i giardini.
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Da ignorantona però mi chiedo: con cosa e come viene trattata l'acqua piena di sapone, detersivo ecc. che non finisce in mare ma che io poi mi ribevo (e spesso e volentieri sa di cloro, ho provato a bere dal rubinetto dal mio ufficio in centro, è salata...) a meno che non finisca nella Stura e dunque nel Po?
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Polipa io abito in una casa costruita nel 1923 in un quartiere costruito nello stesso anno. Mio papà ha parlato di "pozzo perdente" non credo che la cosa sia lo stesso di una "fossa biologica".
A me pozzo perdente sembra proprio che resti nel terreno.
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...perchè io VI VEDO
"Dovrei mettere all'ingresso del forum avete presente quei metal detector tipo negli aeroporti? Quando suona, faccio lasciare giù la scatoletta di bicarbonato e faccio passare solo senza."
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il sapore di cloro che spesso avvertiamo non è legato alla depurazione da saponi e detersivi ma da un processo detto iperclorazione (o ipoclorazione, dipende dalla quantità)usato per la purificazione dell'acqua con scopo primario l'eliminazione della legionella che vive naturalmente nell'acqua a temperatura ambiente e prolifica in temperature comprese tra 25° e 42°.e spesso e volentieri sa di cloro
ovviamente il cloro è utilizzato per la purificazione anche da agenti patogeni e batterici, a seguito delle analisi microbiologiuche delle acuqe che vengono eseguite a intervalli regolari ed almeno settimanali
il pozzo perdente, che in gergo tecnico si chiama vasca imhoff, è un serbatoio in calcestruzzo cilindrico con alcune aperture. in due parole il liquame proveniente dalle tubazioni accede e sedimenta sul fondo del pozzo (che è chiuso) e man mano che di decompone separa la parte liquida che affiora e drena dai buchi ricavati nella parte alta del pozzo."pozzo perdente"
i fanghi trattati mano mano decompongono naturalmente ed avviano il ciclo che produrrà i batteri per la decomposizione dei nouvi liquami in accesso.
Ovviamente è una metodologia di smaltimento tipica degli anni passati; ti ricordo che esistono normative per l'installazione delle vasche imhoff che devono essere posizionate a distanze minime da falde freatiche e da altri pozzi potabili. Ci sono poi anche normative tecniche che ne specificano dimensioni ed aperture di ventilazione. In ogni caso ad avvelenare il terreno, soprattutto anni fa, furono i metalli pesanti che restano tali nei fanghi e che non riescono a essere smaltiti, ma che un'abitazione in genere non produce, visto che si tratta di residui di acque di processo o scarichi industriali.
Il terreno al contrario è in grado di riassorbire composti azotati e fosfati provenienti tipicamente dagli scarichi domestici.
Vorrei ricordare a tutti che l'acqua dei rubinetti è controllata, e nella maggior parte della città la sua qualità è almeno paritaria a quella dell'acqua in bottiglia.
Ovviamente a queste cose nessuno ci crede, si è tutti portati a pensare il contrario...
Il gusto salato non è dato certo da additivi o da sostanze legate ai nostri scarichi, ma dalle caratteristiche di falda delle acque che, ad esempio a milano, vengono prelevate in prima falda (ossia a circa 30-40 m) ed in seconda falda (60 m) per l'uso potabile, e risultano essere di eccellente qualità.
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Sapete una cosa? Io splitterei. Lo metto in dritte cosmetiche col titolo: siliconi e petrolati giù per lo scarico: dove vanno a finire?
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