Oli essenziali, loro qualità e profumazione
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- novellino
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Re: Oli essenziali, loro qualità e profumazione
Ok ,allora aspetto e poi filtro, Grazie
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- novellino
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Re: Oli essenziali, loro qualità e profumazione
Mmmmm ho un ultima domanda,una concreta di rosa posso inserirla in alcool o è uno spreco?visto il prezzo....
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- Grande Capa
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Re: Oli essenziali, loro qualità e profumazione
l'hai comprata per usarla
...perchè io VI VEDO
"Dovrei mettere all'ingresso del forum avete presente quei metal detector tipo negli aeroporti? Quando suona, faccio lasciare giù la scatoletta di bicarbonato e faccio passare solo senza."
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- utente avanzato
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Re: Oli essenziali, loro qualità e profumazione
Esiste un modo per continuare ad usare gli oli essenziali anche dopo la scadenza? Per esempio aggiungendo un antiossidante come il tocoferolo nel contenitore
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- Grande Capa
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Re: Oli essenziali, loro qualità e profumazione
Mai fatto, sarebbe una buona idea metterci un pochino di tocoferolo (ma l'OE perderebbe le sue caratteristiche di volatilità). In generale gli OE durano tanti molti più anni di quello che scrivono come scadenza. Quelli che non durano nulla sono quelli di agrumi, la lavanda può ossidarsi, per il resto non vedo grosse variazioni nemmeno dopo 15 anni.
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- utente avanzato
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Re: Oli essenziali, loro qualità e profumazione
In genere i fenomeni irritanti dati dagli oli essenziali possono dipendere da un prodotto scaduto o da un'eccessiva esposizione o potenzialmente da entrambi i fattori?
Premetto che non è da molto tempo che li uso e quindi non ho molta esperienza. Recentemente ho usato dell'oe di lavanda scaduto nel 2018. L'odore mi sembrava ottimo così ho deciso di impiegarlo per gli impacchi. La prima volta non mi ha dato alcun problema mentre alla seconda ho cominciato ad avvertire dei pruriti. Sin da subito non mi era chiaro se tale effetto collaterale dipendesse dall'oe che in realtà avrei dovuto cestinare o dal fatto di aver messo una quantità eccessiva.
Premetto che non è da molto tempo che li uso e quindi non ho molta esperienza. Recentemente ho usato dell'oe di lavanda scaduto nel 2018. L'odore mi sembrava ottimo così ho deciso di impiegarlo per gli impacchi. La prima volta non mi ha dato alcun problema mentre alla seconda ho cominciato ad avvertire dei pruriti. Sin da subito non mi era chiaro se tale effetto collaterale dipendesse dall'oe che in realtà avrei dovuto cestinare o dal fatto di aver messo una quantità eccessiva.
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- Spignattatrice
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Re: Oli essenziali, loro qualità e profumazione
Mmm a sentimento secondo me no, dipende proprio dalle loro proprietà intrinseche. Infatti su questo forum si consiglia la prudenza anche da "non scaduti", non si fa alcuna distinzione. Ma aspettiamo magari qualcuno che se ne intenda.
Maverick sinceramente mi fai un po' paura gli olii essenziali non sono acquetta fresca e "naturale" non vuol dire innocuo, hanno delle schede di sicurezza lunghe molte pagine e con simboli di pericolo importanti. Utilizzali con cautela e leggendo bene questo forum. Per il resto non so aiutarti, mi spiace.
Maverick sinceramente mi fai un po' paura gli olii essenziali non sono acquetta fresca e "naturale" non vuol dire innocuo, hanno delle schede di sicurezza lunghe molte pagine e con simboli di pericolo importanti. Utilizzali con cautela e leggendo bene questo forum. Per il resto non so aiutarti, mi spiace.
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- Grande Capa
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Re: Oli essenziali, loro qualità e profumazione
Comunque succede che OE ossidati siano irritanti.
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Re: Oli essenziali, loro qualità e profumazione
Silviaa non posso darti torto
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- utente avanzato
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Re: Oli essenziali, loro qualità e profumazione
Tiro su l’argomento anche se è un po’ vecchiotto ma lo vedo ora e potrebbe tornare utile.
L’olio essenziale di rosa contiene naturalmente una cera (stearoptene), in percentuali variabili a seconda della cultivar, luogo e clima di coltivazione. Per questo a temperatura ambiente l’olio essenziale di rosa tende ad assumere una consistenza “gelatinosa”, che torna liquida e trasparente agitando o con pochissimo calore. Il colore dell’olio essenziale varia dal verdino al giallino chiaro.
Quanto alla solubilità in alcool, lo stearoptene è insolubile in alcool quindi se si fa un profumo in base alcoolica bisogna filtrare.
Una concreta di rosa invece (estratta a solvente, es. esano), ha un aspetto molto ceroso (più o meno la consistenza di un profumo solido o di un burro vegetale) ed ha colore aranciato. Si scioglie anche lei con un po’ di calore, ma meno facilmente rispetto all’olio essenziale. Contiene molte più cere rispetto all’OE, dunque se messa in alcool, una grande proporzione della concreta sarà insolubile (è per quello che in profumeria normalmente non si usano le concrete tal quali, ma si lavorano ulteriormente per trasformarle in assolute).
Il discorso ossidazione è più complicato, perché non c’è una regola che si applica indiscriminatamente a tutto, ma dovendo generalizzare, un pochino di ossidazione serve quasi sempre perché un olio essenziale sia buono (o abbia proprio alcun odore). Molti oli essenziali non vengono proprio messi in commercio appena distillati perché non hanno avuto modo di sviluppare il proprio aroma correttamente. In un certo senso è un po’ come per i vini rossi che vanno fatti “respirare” per consentirgli di sviluppare il proprio aroma prima di consumarli.
Il tasto dolente è determinare “quanta” ossidazione serve OE per OE, e quando invece questa è troppa, e fa diventare l’olio essenziale irritante. Si possono tenere presenti però alcune regole di massima:
-oli essenziali di agrumi e di aghi di conifera durano massimo un anno, e si conservano meglio in frigo.
Esempio classico di un olio essenziale di agrumi andato è quando assume un odore di conifera, soprattutto con le alte temperature. A quel punto la componente terpenica (alta per questi OE) è ossidata oltre rimedio. Buttare.
-Maggior parte degli altri OE, soprattutto le cosiddette note di cuore: si dovrebbero conservare per massimo tre-quattro anni. Poi l’ossidazione può causare (o accentuare) fenomeni irritativi sulla pelle. Possono avere ancora un buon profumo, in quel caso si possono ovviamente tenere e usare in bruciaessenze, ecc.
-OE che sono note di base, spesso di consistenza un po’ sciropposa, sono quelli che guadagnano di più dall’ossidazione (pensateli come un pregiato vino rosso, per rimanere con l’esempio di prima) e che spesso contengono meno allergeni rispetto ad oli essenziali più volatili, e quindi è più raro che diano effetto irritativo dovuto all’eccessiva ossidazione.
Fare attenzione però, non vuol dire che ve ne potete cospargere! Alcuni materiali contengono comunque delle sostanze ad alto potenziale allergenico o irritativo (es. peru e tolu), solo che questo deriva più dal fatto che contengono composti irritanti e allergenici tout court, e non dal fatto che alcuni dei loro composti si sono ossidati, diventando a quel punto irritanti (come invece può avvenire per la lavanda).
Insomma, tocca conoscerli il più possibile uno ad uno, e soprattutto se nel dubbio, NON applicarli puri sulla pelle.
L’olio essenziale di rosa contiene naturalmente una cera (stearoptene), in percentuali variabili a seconda della cultivar, luogo e clima di coltivazione. Per questo a temperatura ambiente l’olio essenziale di rosa tende ad assumere una consistenza “gelatinosa”, che torna liquida e trasparente agitando o con pochissimo calore. Il colore dell’olio essenziale varia dal verdino al giallino chiaro.
Quanto alla solubilità in alcool, lo stearoptene è insolubile in alcool quindi se si fa un profumo in base alcoolica bisogna filtrare.
Una concreta di rosa invece (estratta a solvente, es. esano), ha un aspetto molto ceroso (più o meno la consistenza di un profumo solido o di un burro vegetale) ed ha colore aranciato. Si scioglie anche lei con un po’ di calore, ma meno facilmente rispetto all’olio essenziale. Contiene molte più cere rispetto all’OE, dunque se messa in alcool, una grande proporzione della concreta sarà insolubile (è per quello che in profumeria normalmente non si usano le concrete tal quali, ma si lavorano ulteriormente per trasformarle in assolute).
Il discorso ossidazione è più complicato, perché non c’è una regola che si applica indiscriminatamente a tutto, ma dovendo generalizzare, un pochino di ossidazione serve quasi sempre perché un olio essenziale sia buono (o abbia proprio alcun odore). Molti oli essenziali non vengono proprio messi in commercio appena distillati perché non hanno avuto modo di sviluppare il proprio aroma correttamente. In un certo senso è un po’ come per i vini rossi che vanno fatti “respirare” per consentirgli di sviluppare il proprio aroma prima di consumarli.
Il tasto dolente è determinare “quanta” ossidazione serve OE per OE, e quando invece questa è troppa, e fa diventare l’olio essenziale irritante. Si possono tenere presenti però alcune regole di massima:
-oli essenziali di agrumi e di aghi di conifera durano massimo un anno, e si conservano meglio in frigo.
Esempio classico di un olio essenziale di agrumi andato è quando assume un odore di conifera, soprattutto con le alte temperature. A quel punto la componente terpenica (alta per questi OE) è ossidata oltre rimedio. Buttare.
-Maggior parte degli altri OE, soprattutto le cosiddette note di cuore: si dovrebbero conservare per massimo tre-quattro anni. Poi l’ossidazione può causare (o accentuare) fenomeni irritativi sulla pelle. Possono avere ancora un buon profumo, in quel caso si possono ovviamente tenere e usare in bruciaessenze, ecc.
-OE che sono note di base, spesso di consistenza un po’ sciropposa, sono quelli che guadagnano di più dall’ossidazione (pensateli come un pregiato vino rosso, per rimanere con l’esempio di prima) e che spesso contengono meno allergeni rispetto ad oli essenziali più volatili, e quindi è più raro che diano effetto irritativo dovuto all’eccessiva ossidazione.
Fare attenzione però, non vuol dire che ve ne potete cospargere! Alcuni materiali contengono comunque delle sostanze ad alto potenziale allergenico o irritativo (es. peru e tolu), solo che questo deriva più dal fatto che contengono composti irritanti e allergenici tout court, e non dal fatto che alcuni dei loro composti si sono ossidati, diventando a quel punto irritanti (come invece può avvenire per la lavanda).
Insomma, tocca conoscerli il più possibile uno ad uno, e soprattutto se nel dubbio, NON applicarli puri sulla pelle.
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- Grande Capa
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Re: Oli essenziali, loro qualità e profumazione
Che spiegazione interessante, grazie!
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Re: Oli essenziali, loro qualità e profumazione
Allora, qualcuno chiedeva la qualità degli OE di Vernile: io ne ho presi pochi da loro, però sono rimasta basita perché ho acquistato 10 ml di Neroli a 20 euro; da AZ costa 20 euro per 2 ml!! Il profumo è strepitoso, però ho il sospetto vi siano aggiuntine: troppo bello e intenso per essere vero; quindi uso quelli di Vernile più per la cosmesi che l'aromaterapia.
Inoltre volevo aggiungere qualcosa sugli OE di Glamour Cosmetics: chimici, assolutamente da evitare. Mi sono fatta tentare dalla rosa centifolia (5 ml 30 euro,cosa impensabile) e chiaramente sa di sapone. Sob.
Parentesi su Ylang Ylang: quando in autunno ebbi un periodo molto difficile lo adoravo, presi sia il Flora che l'AZ; soprattutto, di AZ trovavo irresistibile quello non completo (da aromaterapia) ma il III; quello non ha minimamente il retrogusto vomitevole da pipì di sorcio.
Quando ho superato periodo difficile, non potevo più annusarlo! Ora non lo sopporto, e ho ancora là una boccetta da 30 ml.
Peccato perché ha doti aromaterapiche e rilassanti strepitose.
Inoltre volevo aggiungere qualcosa sugli OE di Glamour Cosmetics: chimici, assolutamente da evitare. Mi sono fatta tentare dalla rosa centifolia (5 ml 30 euro,cosa impensabile) e chiaramente sa di sapone. Sob.
Parentesi su Ylang Ylang: quando in autunno ebbi un periodo molto difficile lo adoravo, presi sia il Flora che l'AZ; soprattutto, di AZ trovavo irresistibile quello non completo (da aromaterapia) ma il III; quello non ha minimamente il retrogusto vomitevole da pipì di sorcio.
Quando ho superato periodo difficile, non potevo più annusarlo! Ora non lo sopporto, e ho ancora là una boccetta da 30 ml.
Peccato perché ha doti aromaterapiche e rilassanti strepitose.
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Re: Oli essenziali, loro qualità e profumazione
Un olio essenziale, in generale, è giusto considerarlo un oleolito?
Di primo acchito mi è suonato strano, ma, pensandoci meglio, è un insieme di sostanze della pianta dalla quale viene estratto. No?
Di primo acchito mi è suonato strano, ma, pensandoci meglio, è un insieme di sostanze della pianta dalla quale viene estratto. No?
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- utente avanzato
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Re: Oli essenziali, loro qualità e profumazione
Sono due prodotti diversi.
Un oleolito è un prodotto ottenuto per infusione di una parte botanica (es fiori di iperico) in un olio, in genere di origine vegetale (es olio di oliva). Non è un prodotto volatile e non è concentrato (il solvente – l’olio- non viene rimosso dal prodotto finale).
Un olio essenziale nel linguaggio comune invece è un prodotto ottenuto tipicamente per distillazione in corrente di vapore di un materiale botanico (es fiori di lavanda), oppure per spremitura, come nel caso di un gran numero di oli essenziali ottenuti dalla buccia degli agrumi. Gli oli essenziali sono sostanze volatili e molto concentrate, per tale motivo vanno trattati con molta più cautela.
Edit: quello che può generare confusione è forse che con il termine “olio essenziale” a volte ci si riferisce alla frazione aromatica volatile estratta da una pianta, a prescindere dalla tecnica di estrazione.
In questo senso, se voglio estrarre la frazione aromatica volatile della lavanda, lo posso fare via corrente di vapore, via anidride carbonica supercritica, o via esano, e ottengo sempre un estratto volatile e molto concentrato che potrei chiamare semplicemente “olio essenziale di lavanda”.
In realtà però questo può causare grande confusione perché, anche se si estrae sempre la frazione aromatica volatile della lavanda, i diversi estratti hanno proprietà fisico-chimiche anche piuttosto diverse, e pertanto l’estratto via corrente di vapore verrà normalmente chiamato “olio essenziale”, quello via anidride carbonica supercritica verrà comunemente chiamato “Estratto CO2” mentre dall’estrazione via esano (o altri solventi diversi da acqua e CO2) dopo alcuni passaggi si otterrà un’assoluta/assoluto che dir si voglia.
Restano sempre le caratteristiche menzionate prima, e cioè sono sempre prodotti concentrati e volatili.
Un oleolito è un prodotto ottenuto per infusione di una parte botanica (es fiori di iperico) in un olio, in genere di origine vegetale (es olio di oliva). Non è un prodotto volatile e non è concentrato (il solvente – l’olio- non viene rimosso dal prodotto finale).
Un olio essenziale nel linguaggio comune invece è un prodotto ottenuto tipicamente per distillazione in corrente di vapore di un materiale botanico (es fiori di lavanda), oppure per spremitura, come nel caso di un gran numero di oli essenziali ottenuti dalla buccia degli agrumi. Gli oli essenziali sono sostanze volatili e molto concentrate, per tale motivo vanno trattati con molta più cautela.
Edit: quello che può generare confusione è forse che con il termine “olio essenziale” a volte ci si riferisce alla frazione aromatica volatile estratta da una pianta, a prescindere dalla tecnica di estrazione.
In questo senso, se voglio estrarre la frazione aromatica volatile della lavanda, lo posso fare via corrente di vapore, via anidride carbonica supercritica, o via esano, e ottengo sempre un estratto volatile e molto concentrato che potrei chiamare semplicemente “olio essenziale di lavanda”.
In realtà però questo può causare grande confusione perché, anche se si estrae sempre la frazione aromatica volatile della lavanda, i diversi estratti hanno proprietà fisico-chimiche anche piuttosto diverse, e pertanto l’estratto via corrente di vapore verrà normalmente chiamato “olio essenziale”, quello via anidride carbonica supercritica verrà comunemente chiamato “Estratto CO2” mentre dall’estrazione via esano (o altri solventi diversi da acqua e CO2) dopo alcuni passaggi si otterrà un’assoluta/assoluto che dir si voglia.
Restano sempre le caratteristiche menzionate prima, e cioè sono sempre prodotti concentrati e volatili.
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Re: Oli essenziali, loro qualità e profumazione
Sì, so la differenza dei due. Per questo chiedevo come fosse possibile. Ora però sto rileggendo la frase che mi ha dato da pensare e capisco di averla intesa male io
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- novellino
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Re: Oli essenziali, loro qualità e profumazione
Ragazz* non so se è la sezione giusta per un" problema "che ho da molto tempo. Qualunque olio essenziale o fragranza, in qualunque quantità io lo usi nelle creme, non riesce mai a persistere sulla pelle, come ad esempio una crema dell'erbolario, per dirne uno. Ho provato sia OE che fragranze (vernile, GC, gracefruit) mai con risultati anche solo paragonabili a creme commerciali. È questione di fissatori che non non troviamo? Succede anche a voi?Grazie mille e un caro saluto a tutt* Raffaella
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- Spignattatore
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Re: Oli essenziali, loro qualità e profumazione
Profumato è diverso da profumante. Non è detto per nulla che una fragranza che si percepisce bene dal vasetto si senta anche da spalmata, anzi.
I'm simply here for the tea, not to stir it.
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- Grande Capa
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Re: Oli essenziali, loro qualità e profumazione
Ci sono fragranze molto persistenti e altre meno. In generale le talcate resistono molto, le ozoniche e le acquatiche, nonchè le agrumate, molto poco. Le fragranze pronte che trovi dai nostri soliti rivenditori sono quelle che vengono usate industrialmente, non vengono fatte apposta per noi. Non c'è bisogno di metterci un fissante, ce l'hanno già. diversa è la questione oli essenziali, se il loro altro nome è oli eterei, un motivo ci sarà
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- novellino
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Re: Oli essenziali, loro qualità e profumazione
Grazie per le risposte, effettivamente quello che riscontro è proprio la differenza tra il vasetto e poi la durata sulla pelle. Non amando le profumazioni vanigliate, mi oriento sempre su qualcosa che chiaramente regge poco...proverò a fare un test con un bel po' di vaniglia...che poi regalerò :-)