Chelanti
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Re: Chelanti
E.a.poe@ metteresti il chelante anche in un prodotto che sai che ti durerà 3 mesi?!
"L'essenziale è invisibile agli occhi"
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Re: Chelanti
ok, allora... i chelanti (o sequestranti) sono sostanze capaci di formare con uno ione metallico un complesso che neutralizza la carica del metallo rendendolo sostanzialmente inattivo. In un'acqua non demineralizzata, ad esempio, lo ione calcio reagendo con molecole contenenti sodio forma precipitati di calcio. La presenza di un chelante affine al calcio farà si che questa precipitazione non avvenga.
L'affinità dello ione al chelante dipende da due fattori sostanziali, l'alta carica dei cationi e la piccola dimensione del catione stesso. Se uno prende la tavola periodica vedremo che la chelazione riguarda i metalli di transizione e gli alcalino-terrosi. E' bassissima invece l'affinità per gli alcalini puri come sodio e potassio. Quando sappiamo che ci possano essere questo tipo di cationi si usa convenzionalmente la dose massima di chelante (0,2%). A ph acido il chelante funziona meno, in tal caso si ricorre all'utilizzo dell'HEDTA o a molecole relativamente biodegradabili (il trisodio etilendiammina disuccinato). Il chelante principe è l'EDTA in tutte le sue forme, non è assolutamente biodegradabile. Poi ci sono altri due chelanti più recenti, il trisodio etidronato ed il sodio fitato (detto anche inositolo esafosfonato, se conoscete la struttura dell'inositolo capite anche il sistema chelante di tale molecola). Altri chelanti sono il citrato trisodico il gluconato sodico. I meno utilizzati ( ma molto funzionali sono: i derivati dell'acido maleico (i copolimeri) vari metacrilati e polimetacrilati.
Detto questo non penso che non servano i chelanti, soprattutto perché hanno anche attività secondarie importanti. Un esempio su tutti è il fatto che legando ioni come calcio e magnesio si inibisce tantissimo la proliferazione batterica. Questo perché tali elementi sono indispensabili allo sviluppo della parete batterica. Insomma un chelante da solo non ha attività conservante, ma potenzia l'azione dei conservanti tradizionali.
Sono anche degli ottimi coadiuvanti degli antiossidanti primari in quanto inibiscono le reazioni di perossidazione legando il ferro che è il primo responsabile di questo procedimento di degradazione.
Insomma, si può utilizzare come si può non utilizzare il sequestrante. A mio modesto avviso ha delle qualità che possono valere anche per preparazioni casalinghe dove vogliamo un prodotto destinato a durare qualche mese in più. Per prodotti che siamo sicuri di smaltire in breve tempo possiamo anche farne a meno.
L'affinità dello ione al chelante dipende da due fattori sostanziali, l'alta carica dei cationi e la piccola dimensione del catione stesso. Se uno prende la tavola periodica vedremo che la chelazione riguarda i metalli di transizione e gli alcalino-terrosi. E' bassissima invece l'affinità per gli alcalini puri come sodio e potassio. Quando sappiamo che ci possano essere questo tipo di cationi si usa convenzionalmente la dose massima di chelante (0,2%). A ph acido il chelante funziona meno, in tal caso si ricorre all'utilizzo dell'HEDTA o a molecole relativamente biodegradabili (il trisodio etilendiammina disuccinato). Il chelante principe è l'EDTA in tutte le sue forme, non è assolutamente biodegradabile. Poi ci sono altri due chelanti più recenti, il trisodio etidronato ed il sodio fitato (detto anche inositolo esafosfonato, se conoscete la struttura dell'inositolo capite anche il sistema chelante di tale molecola). Altri chelanti sono il citrato trisodico il gluconato sodico. I meno utilizzati ( ma molto funzionali sono: i derivati dell'acido maleico (i copolimeri) vari metacrilati e polimetacrilati.
Detto questo non penso che non servano i chelanti, soprattutto perché hanno anche attività secondarie importanti. Un esempio su tutti è il fatto che legando ioni come calcio e magnesio si inibisce tantissimo la proliferazione batterica. Questo perché tali elementi sono indispensabili allo sviluppo della parete batterica. Insomma un chelante da solo non ha attività conservante, ma potenzia l'azione dei conservanti tradizionali.
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Insomma, si può utilizzare come si può non utilizzare il sequestrante. A mio modesto avviso ha delle qualità che possono valere anche per preparazioni casalinghe dove vogliamo un prodotto destinato a durare qualche mese in più. Per prodotti che siamo sicuri di smaltire in breve tempo possiamo anche farne a meno.
E quante notti in bianco,
davanti a un cielo stanco,
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Re: Chelanti
X ROSY78: Io utilizzo alcuni mix (fitato, citrato) anche in preparazioni a breve termine, proprio per le attività secondarie dei chelanti. Considera che un semplice mix di potassio sorbato,sodio benzoato e sodio deidroacetato, con la presenza di un chelante, ridurrà di oltre 10 volte la proliferazione batterica. Questi sono dati di laboratorio, non supposizioni. Si prendono dei vetrini dove si pongono varie colture batteriche, con il solo conservante la crescita batterica è 10 volte superiore che col chelante. Il procedimento di valutazione si chiama MIC, e l'unità di misura è parti per milione.
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Re: Chelanti
dunque, nelle nostre ricette ci mettiamo già antiossidanti e conservanti da qui l'aggiunta di un chelante non è dunque indispensabile, tuttavia vale,per chi ne è interessato, come ulteriore garanzia; resta da decidere a quale sequestrate affidarsi, biodegradabilita a parte, non ho capito cosa devo sapere per orientarmi nella scelta.In cambusa tengo il sodio gluconato ( per il sapone) per le creme: 0,2 ?
Ultima modifica di Australopiteco il 06/03/2016, 23:14, modificato 1 volta in totale.
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Re: Chelanti
Quoto la domanda di australopiteco, ho anche io il sodio gluconato a casa e vorrei sapere se può essere adatto alle preparazioni che faccio, intendo principalmente creme e sieri (e in che percentuale?) o se la scelta di un chelante va inevitabilmente fatta considerando bene gli ingredienti che si utilizzano, perchè in questo caso non avendo io nozioni di chimica, sarebbe impossibile scegliere di volta in volta il chelante più adatto.
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- utente avanzato
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Re: Chelanti
Ha senso aggiungere chelanti agli oli vegetali già "protetti" con antiossidanti per renderli ancor più duraturi nel tempo?
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- Grande Capa
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Re: Chelanti
I chelanti che mi vengono in mente sono tutti idrosolubili.
...perchè io VI VEDO
"Dovrei mettere all'ingresso del forum avete presente quei metal detector tipo negli aeroporti? Quando suona, faccio lasciare giù la scatoletta di bicarbonato e faccio passare solo senza."
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- utente avanzato
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Re: Chelanti
In un'ipotetica formulazione di un fondotinta, contenente quindi vari ossidi , mi vien da pensare di inserie un chelante, meglio se più specifico per gli ioni ferro (1- sii ? 2-non ne vale la pena per un uso a breve termine); due che ricordo come adatti e più facilmente reperibili potrebbero essere l'acido citrico e l'acido lattobionico entrambi elettroliti. I gel di carbopol e di Hectorite sono incompatibili con gli elettroliti. C' è una proporzione fra le due classi di mp che le rende compatibili ?
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- Grande Capa
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Re: Chelanti
chelanti tipo il gluconato? guarda cosa mettono nei commerciali.
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Re: Chelanti
GLDA chelante
INCI: Aqua, Tetrasodium glutamate diacetate
Aspetto: Liquido chiaro
Titolo: >= 47.4%
PH: 11-11.80
Peso specifico: 1,40
Lo vende scentpassion, qualcuno l'ha provato nei saponi?
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Chiara