Micronizzato e nanoparticella: differenze

Ovvero... poche regole semplici su cosa cercare, cosa evitare! (non domande dirette)

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Laura
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Micronizzato e nanoparticella: differenze

Messaggio da Laura »

Dimensioni delle particelle inorganiche utilizzate in cosmetica.

Le particelle inorganiche sono delle polveri, quelle maggiormente utilizzate sono biossido di titanio, ossido di zinco, biossido di silicio (silice amorfa non quella cristallina), ossidi di ferro, ossidi di alluminio; ce ne sono anche altre ma meno utilizzate, le informazioni che seguono valgono per tutte le particelle inorganiche.
Nei cosmetici le polveri possono essere inserite micronizzate o più piccole in forma di nanoparticelle, si tratta di ordini di grandezza molto differenti e legati a queste unità di misura:
- micronizzata: l'unità di misura è il micrometro o micron, simbolo µm, corrisponde ad un millesimo di millimetro;
- nanoparticella: l'unità di misura è il nanometro o nano, simbolo nm, corrisponde ad un milionesimo di millimetro.
Ecco evidente che la dimensione micronizzata non può e non deve essere confusa con quella della nanoparticella: un micron corrisponde a 1000 nanometri, per capire le proporzioni, grosso modo, pensiamo di visualizzare una villa a due piani (micron) ed un'automobile parcheggiata davanti (nanoparticella).
Il nuovo Regolamento Cosmetici stabilisce che sono considerate nanoparticelle le polveri inorganiche da 1 a 100 nm, sono considerate micronizzate tutte quelle da 100 nm in su (da 0,1 µm in su); sempre il Regolamento Cosmetici prevede che dal 2013 i produttori di cosmetici siano obbligati a segnalare sulla confezione del prodotto se questo contiene nanoparticelle, perchè il consumatore ne sia informato e possa fare un acquisto consapevole.
Negli ultimi anni, per i vantaggi che apportano, c'è stato un forte incremento nell'utilizzo di nanoparticelle nei cosmetici; una delle conseguenze è stato l'elevarsi della soglia di attenzione sulla sicurezza di tale utilizzo, per il dubbio che si pone che le nanoparticelle, quando spalmate sulla pelle con i cosmetici, possano essere assorbite ed entrare nell'organismo umano con conseguenze non esattamente prevedibili.
Le particelle di dimensioni micronizzate continuano, ad oggi, ad essere considerate sicure perchè non possono penetrare la pelle in modo significativo.
Istituzioni e produttori indagano con assiduità le nanoparticelle, producendo ricerche ed articoli che spesso possiamo leggere sul web e sulle riviste, specializzate e non.
Il consiglio è di porre, nella lettura, estrema attenzione alle dimensioni citate delle particelle inorganiche: l'attendibilità dell'informazione che stiamo leggendo dipende anche dalla terminologia usata, specie se all'interno del testo all'autore capitasse di confondere micronizzata con nanoparticella.

Una informazione in più per le molte che comprano particelle inorganiche (materie prime o trucchi minerali) da siti inglesi o americani: può essere utile consultare questa tabella con le diciture usate nei paesi anglosassoni

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Esiste anche una dicitura "microfine" che normalmente si applica alle dimensioni maggiori di 100 nm, che quindi rientrerebbe nella categoria "FINE" .
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Trousse
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Messaggio da Trousse »

Scusa Laura, ma se su di una crema solare per bambini c'è scritto che contiene zinc oxide non micronizzato, vuol dire che è nano o no? Oppure l'unica è chiedere alla ditta in questione che in questo caso è Fitocose?
Grazie :)
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gigetta
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Messaggio da gigetta »

Non micronizzato significa che è "più grande", e già micro è più grande di nano, quinidi non è assolutamente nano ;).
ciao
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Hai dubbi sulle regole del forum? Leggi QUI e non fingere di averlo fatto... perchè tanto noi ti becchiamo!!!
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gk
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Messaggio da gk »

Up
Quando utilizzate queste polveri vi mettete una mascherina di protezione, se la risposta è si, di che tipo?
Grazie.
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Trousse
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Messaggio da Trousse »

Io no, ma non credo proprio che ce ne sia bisogno...
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gk
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Messaggio da gk »

Grazie.
Mi rendo conto che la quantità che utilizzano le spignattatrici e infinitesimale... era una curiosità.
SallyR.
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Messaggio da SallyR. »

Sono stata per un paio di anni una super fan del fondo minerale.
Poi lo scorso inverno mi capitò di leggere per caso un articolo ben argomentato ( purtroppo non saprei più come trovarlo..)che riportava uno studio americano relativo al problema a loro dire gravissimo della respirazione di tali polveri cosmetiche,consigliavano di compattarle se proprio si voleva farne uso.
E'stato convincente,l'articolo,a tal punto che ora uso il fondo minerale solo mischiato ad una crema.
In effetti qualche dubbio mi era venuto...,coprire il viso ogni giorno di polvere finissima che per forza di cose finisce anche nei polmoni... :roll: non può essere il massimo.
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Re: Micronizzato e nanoparticella: differenze

Messaggio da Ssonix »

Laura ha scritto:

Le particelle di dimensioni micronizzate continuano, ad oggi, ad essere considerate sicure perchè non possono penetrare la pelle in modo significativo.
Quello che ancora non riesco a capire è se queste particelle possono penetrare la pelle anche se il cosmetico è in crema, oppure il problema è principalmente per le polveri libere (e quindi penetrerebbero solo per via aspersoria).
Parlando sempre di particelle micronizzate, perchè le nano si è capito che è meglio escluderle a priori, almeno per quanto mi riguarda :neutral:
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Re: Micronizzato e nanoparticella: differenze

Messaggio da Laura »

Ssonix ha scritto:Quello che ancora non riesco a capire è se queste particelle possono penetrare la pelle anche se il cosmetico è in crema, oppure il problema è principalmente per le polveri libere
Da studi fatti le particelle possono penetrare sia nano che micro quando spalmate in crema, risulterebbe in quantità non significative ma la materia è costante oggetto di studi perchè troppo nuova; in polvere la via principale è l'inalazione.
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Re: Micronizzato e nanoparticella: differenze

Messaggio da hedrien »

e circa l'effetto ossidante, lo si ha anche in micro o solo in nano?
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Re: Micronizzato e nanoparticella: differenze

Messaggio da tagliar »

Di cosa stai parlando?
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Re: Micronizzato e nanoparticella: differenze

Messaggio da Laura »

hedrien ha scritto:e circa l'effetto ossidante, lo si ha anche in micro o solo in nano?
Dipende dalla natura della particella inorganica di partenza, per esempio l'ossido di titanio è estremamente reattivo sia micronizzato che nano, l'ossido di zinco diventa reattivo quando è nano. Bisogna vedere caso per caso, ma in questo topic quel che ci interessa è fare chiarezza sulle dimensioni che spesso sono confuse, e sull'aspetto dell'eventuale penetrazione.
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Re: Micronizzato e nanoparticella: differenze

Messaggio da hedrien »

tagliar ha scritto:Di cosa stai parlando?
Ciao, effettivamente non l'ho specificato...
alcune sostanze, come ha specificato Laura con l'ossido di zinco, si dicano essere a tendenza ossidante se in forma nano e altre non solo in questa forma..
Il titanio biossido tende ad agevolare il processo di ossidazione con la nanoparticella.. ma non capivo quale potesse essere la differenza..
se un prodotto è ossidante, non dovrebbe esserlo a prescindere dall'essere micronizzato o nanoparticella?
Forse con quest'ultima l'effetto è maggiorato perché penetra di più..
Non so ed ero curiosa di capire.
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Re: Micronizzato e nanoparticella: differenze

Messaggio da Laura »

hedrien ha scritto: se un prodotto è ossidante, non dovrebbe esserlo a prescindere dall'essere micronizzato o nanoparticella?.
No, la dimensione fa la differenza, cambiano le caratteristiche fisiche e quindi di reazione.
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Re: Micronizzato e nanoparticella: differenze

Messaggio da Laura »

alisea ha scritto: 27/05/2022, 18:20
Laura ha scritto: 27/05/2022, 16:51 A livello europeo è fatto obbligo dichiarare sulla confezione dei cosmetici se contengano ingredienti nano, sul tuo solare è specificato?
Ho buttato la scatola, sul sito è specificato. Comunque, sembra che in Francia le cose siano più complicate di così. Ho trovato un artioolo aggiornato a maggio 2022 che spiega nel dettaglio il casino burocratico sui nanomateriali https://veillenanos.fr/dossier/gouverna ... cern%C3%A9 .

Se sono totalmente off-topic potete spostare o eliminare questo messaggio, ma mi sembrava interessante riportare queste info.

Per riassumerne il testo:
la definizione di "nanomateriale" nel Regolamento sui cosmetici (2009) è la seguente:
"un materiale insolubile o bio-persistente, prodotto intenzionalmente e caratterizzato da una o più dimensioni esterne, o da una struttura interna, su una scala da 1 a 100 nm".
Si differenzia dalla raccomandazione definitoria della Commissione europea del 2011 e, a differenza di quest'ultima, non prevede una soglia minima del 50%.
Le autorità di controllo francesi applicano comunque una tolleranza del 10% per coprire le incertezze di misurazione e la possibile contaminazione ambientale.

Sebbene la menzione [nano] sia apparsa su alcuni cosmetici già nel 2014, i test condotti dalle associazioni e dalle autorità pubbliche francesi (DGCCRF) hanno dimostrato che molti marchi hanno tardato a conformarsi all'obbligo di etichettatura ... e che altri non l'hanno ancora fatto!
Ogni anno, infatti, questi test evidenziano la presenza di nanoparticelle (non sempre autorizzate) nei cosmetici, senza alcuna menzione di [nano] sulla confezione.

Alcuni produttori sostengono che qualsiasi processo di macinazione produce piccole particelle, alcune delle quali di dimensioni nanoparticellari, che non dovrebbero essere considerate "intenzionalmente" nano e quindi sfuggirebbero all'obbligo di etichettatura.
Alcuni marchi non hanno ritenuto opportuno conformarsi alla legge, altri incolpano i loro fornitori per non aver fornito loro informazioni sulla natura nanometrica dei loro ingredienti, malgrado il fatto che le marche sono responsabili anche dei loro ingredienti.

La multa per l'inosservanza dell'obbligo di legge, pari a 3.000 euro, con una sanzione giornaliera di 300 euro, è considerata di scarso valore deterrente.

Va riconosciuto che alcuni dei deplorevoli problemi di non conformità sono legati al fatto che la normativa è piuttosto confusa. Oltre ai problemi di definizione menzionati in precedenza, la complessità del processo di autorizzazione può portare alla situazione piuttosto bizzarra in cui una sostanza può non essere (ancora) "proibita" senza essere esplicitamente "autorizzata".

Dal 2020, la DGCCRF ha emesso ingiunzioni per riportare l'etichettatura in conformità e ha ottenuto il ritiro volontario di una decina di prodotti da parte delle aziende (soprattutto make-up).

Sembra che la Francia sia l'unico Paese dell'Unione Europea in cui tali controlli vengono effettuati dalle autorità pubbliche.

Il primato della Francia in questo settore si spiega probabilmente con i test condotti dalle associazioni che hanno portato ai test e con il lavoro di sensibilizzazione delle aziende svolto dalla DGCCRF per diversi anni, nonché con la dichiarazione obbligatoria tramite il registro r-nano che le aziende francesi (e quelle estere che vendono i loro prodotti in Francia) hanno integrato nelle loro pratiche: la Francia è il Paese che si colloca in cima alla classifica in termini di numero di notifiche di nanomateriali nel portale di notifica dei prodotti cosmetici (CPNP), con quasi 16.500 notifiche (cioè ~44% delle notifiche europee! ), quasi quattro volte di più dell'Italia e della Germania, che occupano la seconda e la terza posizione, secondo un rapporto della Commissione europea pubblicato nel 2021.