UCUUBA - Virola sebifera - syn Myristica sebifera
(ma anche virola spp).
Qui andiamo nella fanta-cosmesi anche perchè sotto il termine generico ci sono varie piante come virola calophylla, calophylloidea, rufula,
sebifera, theiodora... molte buone x farci il burro anche se *pare* che quella utilizzata in genere sia la sebifera (burro scuro) o otoba (burro chiaro e che dovrebbe in realtà chiamarsi Otoba butter).
Queste piante sono di recentissimo studio e non si conoscono ancora tutte le componenti. Le differenze tra le varie specie è poco nota, diverso è il punto di fusione del grasso e diversi a quanto pare alcuni composti contenuti.
Interessanti da un punto di vista cosmetico le cere contenute (ocuba wax x es) x l'effetto finale sulla pelle e la capacità filmante.
L'uso tradizionale dei semi, che è la parte che più ci interessa, è quello di sostiuire la paraffina ma anche come antisettico (da verificare)
In pratica ci si fanno candele, saponi e creme paraffino-simili tipo i dopo barba o gli unguenti e le creme 'barriera'
Pochi gli studi che ci possano interessare che cito:
Antioxidant activity of aryltetralone lignans and derivatives from Virola sebifera (Aubl.).
Faculdade de Farmacia, Universidade Federal de Goias, Goiania, GO, Brazil.
Aryltetralone lignans bearing methylenedioxy groups (1a-b; 2a-b) were isolated from seeds of Virola sebifera. Their antioxidant activities were evaluated by inhibition of lipid peroxidation as indicated by TBARS and chemiluminescence emission (CL) assays. The lignan 1c, 'having a 2'-hydroxy-4',5'-methylenedioxyphenyl group, was the most active compound with TBARS/CL Q 1/2 values of 0.89 and 0.10 microg/mL, respectively. The catechol derivatives 3 and 4, obtained by demethylenation of lignans 1a and 2a, were of similar activity to 1c, and all were much more effective as antioxidants than alpha-tocopherol.
Altro studio su questa sostanza complicatissima isolata
The lignan otobaphenol, (8R,8´R,7R)-4´-hydroxy-5´-methoxy- 3,4-methylendioxy-2´.7,8.8´-neolignan, was extracted from Virola aff. pavonis leaves, and its antioxidant properties were studied ...
La composizione del burro è introvabile su internet ma se qualcuno ha accesso alla scheda di un fornitore sarebbe interessante averla.
Io ho trovato solo questa:
Composizione dell'olio (frazionato?)
Lauric acid 15.0-17.6%
Myristic acid 72.9-73.296
Palmitic acid 4.4- 5.0%
Oleic acid 5.1- 6.3%
C'è un bel po' di acido myristico cosa che è cosmeticamente interessante.
Il burro che ho io (da behawe) è marroncino, con un piacevolissimo aroma legnoso ma duro come il marmo impossibile da utilizzare da solo e soprattutto difficile da sciogliere cosa che all'inizio gli aveva procurato un giudizio negativo.
Tra i fattori che avevano influenzato questo giudizio c'era la mia stupidità :-) In pratica quando si scioglie rimangono sospesi tanti fiocchi marrone scuro che io volevo eliminare a tutti i costi.
Questi filamenti penso siano in realtà o sostanze aromatiche tipo resine o non so che cosa ma una volta fatta l'emulsione non si vedono più quindi inutile insistere nel volerli sciogliere rischiando di friggere l'olio.
Se invece di guardare i difetti consideriamo un pregio la sua durezza e l'effetto ceroso\siliconico\filmante finale (1-2% nella fase grassa) direi che è un burro interessante e sicuramente sottovalutato in campo cosmetico.
Da consistenza e un piacevole effetto finale, non è particolarmente grasso e potrebbe essere usato non solo nelle creme ma anche nei prodotti per labbra.
Tengo a precisare che l'effetto ceroso non è lo stesso della comune cera ma molto meno grossolano.
Un produttore statunitense lo ha inserito in una linea per capelli destinata a persone di colore che normalmente hanno bisogno di un forte effetto filmante-condizionante sui capelli.
Lola ha scritto:Ma di tutti questi grassi esotici, quale ti è piaciuto di più?
Clara ha scritto:Ciao,
Non riesco onestamente a fare una scelta in positivo [no linguaggio sms] non ne ho trovati di veramente 'cattivi'.
Quello che fino ad ora mi è piaciuto di meno (lascia anche uno strano odore) è il burro di mango ma prima o poi proverò un diverso fornitore.
Babassu e Cupuacu non sono male così come mi sembra buono il burro di avocado.
Stanno bene insieme ad olii leggeri come la macadamia, il trigliceride o come base in cui mettere poi la 'nostrana' borragine.
La cosa interessante è che secondo me sono piuttosto 'asciutti' per essere burri. Nessuno dei burri provati è ideale da usare da solo intendiamoci, e in questo è forse ancora meglio il vecchio karitè ma per quel pochissimo che ho provato studiandoci sopra si possono fare creme simil-siliconiche di facile assorbimento e con buoni effetti.
Ho la sensazione che l'eco-bio non abbia del tutto esplorato le potenzialità di tanti grassi in commercio da un punto di vista 'decorativo' . Della serie ci metto un bel trigliceride economico che non unge troppo e 2 olietti che la gente riconosce o che hanno funzionali noti senza stare troppo a badare alla 'texture' finale che ottengo e rimedio grazie agli emulsionanti\addensanti - fattori di consistenza.
Oppure metto tanti olietti e burri esotici che attirano sulla confezione ma in modo tale che poi mi viene una emulsione unta e poco piacevole come aveva fatto BV con una crema abbastanza eco della linea equosolidale
Su questo versante c'è molto da lavorare molto secondo me e aggiungo che una valutazione 'su carta' della sostanza in base solo al tipo di grassi contenuti può risultare fuorviante [no linguaggio sms] quello che su carta ti potrebbe sembrare più o meno sovrapponibile ad un olio di oliva poi sulla pelle potrebbe comportarsi in modo proprio diverso per quanto rigurda la piacevolezza e la sensorialità intendo.
Su questo dissento con Paracelso quando diceva che tanti olii che vanno di moda adesso alla fine non sono niente di speciale.
Magari non saranno speciali come 'funzionalità' ma visto che i funzionali ce li mettiamo comunque in una crema secondo me non possiamo limitarci a valutare solo i vari c16 c18 e compagnia bella ma i formulatori con santa pazienza uno sforzo per tirarne fuori un alchemico mix sensoriale-funzionale dovrebbero farlo (secondo me).
paracelso ha scritto:Ciao Clara
per prima cosa devo farti i complmenti, stai trovando e valorizzando degli oli veramente particolari.
Poi sul fatto che non condividi certe mie valutazioni , non mi può fare che piacere: la discussione è stimolante; se fossimo d'accordo su tutto anzichè scrivere in un forum tanto vale mettersi davanti ad uno specchio.
Sull'ucuuba so poco, il nome della pianta:miristica sebifera è tutto un programma.:-).
Industrialmente la resa è altissima e l'acido miristico rappresenta quasi il 50% del seme .
I semi sono talmente ricchi di acido miristico che infilati con un filo a collana erano usati come candele , almeno così mi risulta.
Se ti domandi frazionato o no ,direi che quello commercializzato non lo è. Dalla composizione deduco che stiamo parlando comunque di un burro, termine non tecnico che indica gli oli vegetali solidi a temperatura ambiente.
Sono tutti grassi saturi , l'unica componente fluida a temperatura ambiente è quel 5-6 % di oleico che non influenza particolarmente la temperatura di fusione del mix.
Un interesse per frazionarlo sarebbe quello di estrarre a livello industriale l'acido miristico puro per produrre l'isopropil miristato.
Nel complesso è considerato un prodotto " povero" contrariamente al moringa che ha un bel po' di molecoline interessanti.
In questi burri la sensazione asciutta o unta o bagnata è spesso collegata
alla "diversa" cristallizzazione dei trigliceridi, con comportamenti specifici nei trigliceridi trisaturi o bisaturi simmetrici .
Per me, negli oli, è comunque errato considerare funzionali solo le componenti non grasse....stiamo parlando di pelle e di sebo e quindi l'acido stearico o palmitico o palmitolenico sono funzionali, eccome.
Per questo parlare di c 10 c16 c18 ecc... selezionarli, miscelarli nel modo dovuto è fondamentale per la formulazione di un buon cosmetico.
PS: il 22:1 più comune ( w9 ) è l'erucico