Burro di karitè

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Mommino
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Re: Burro di karitè

Messaggio da Mommino »

Ciao a tutte! si può usare il burro di karitè come contorno occhi?
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Lola
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Re: Burro di karitè

Messaggio da Lola »

no.
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Re: Burro di karitè

Messaggio da Marvick »

premetto che non ho ancora acquistato il burro di karité.
sto studiando la teoria, le proprietà degli oli e dei burri, le relative composizioni e capire quali siano i grassi più adatti per la mia pelle.

ok che ha il 17& di insaponificabili, tuttavia ho un dubbio.
nel topic sulle proprietà degli oli ho letto con grande interesse gli interventi di sushi. in particolare quando dice che i grassi moninsaturi e in particolare l'acido Oleico (18:1) siano comedogeni.
Leggendo la composizione, mediamente il burro ki karité contiene fra il 40 e il 50% di Oleico e appena l'8% dell'antagonista buono Linoleico (18:2).

la domanda è: il burro di karité non rischia di essere comedogeno?
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Laura
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Re: Burro di karitè

Messaggio da Laura »

No.
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Lola
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Re: Burro di karitè

Messaggio da Lola »

Perchè se noti in una crema per il viso viene messo al massimo al 2%, in quanto a percentuale maggiore sballerebbe la cascata dei grassi.
Quindi don't panic e inizia ad emulsionare, mi pare giunto il momento.
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spanka
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Re: Burro di karitè

Messaggio da spanka »

non avevo mai provato ad usare il puro burro di karité; data la mia pelle grassa non presto molta attenzione agli oli, oppure ai burri.
in questi giorni, però, tra le mie mani è capitata una confezione di burro di karite puro: purificato e filtrato. stop. non è stato sbiancato, ne deodorizzato. infatti è leggermente granuloso, compatto, ha un colore che vira leggermente verso il giallino ed ha l'odore tipico di karité.
ho deciso di provare ad usarlo per le mani. ho notato che ci vuole qualche secondo prima che si scaldi e si sciolga, ma una volta spalmato si assorbe in fretta, non unge e lascia la pelle di una morbidezza favolosa. sembra più elastica, più levigata. l'ho usato per 2 settimane e mi ha veramente migliorato la grana della pelle.
recentemente una mia amica mi ha fatto provare un'altro burro di karité. il marchio è diverso, ma si tratta pur sempre di puro burro di karité 100%. le caratteristiche dei 2 prodotti sono uguali: la granulosità, il colore e l'odore si assomigliano. ho notato, però, la differenza nella resa sulla pelle. il secondo prodotto si scioglie molto più velocemente tra le mani e unge la pelle. una volta spalmato, anche a distanza di 1 ora, lo sento più oleoso sulla pelle; è come se avesse una sottile patina di olio e sotto sento la pelle secca, che raspa. come se non venisse assorbito bene dalla pelle. in effetti, con il secondo burro non ho notato gli stessi risultati come con il primo.

tutto questo mi porta a pensare che c'è differenza anche tra un burro e l'altro.
non saprei ancora da cosa possa dipendere, ma ho visto con i 2 prodotti (teoricamente identici) i 2 risultati differenti.
mentre prima credevo che tutti i burri di karité fossero uguali, ora ho iniziato ad avere dei dubbi. anche nelle materie prime ci sono le differenze di qualità.
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Re: Burro di karitè

Messaggio da spanka »

a distanza di qualche giorno sono riuscita a parlare con una gentilissima tecnica di un laboratorio dove viene lavorato il burro di karité.
Le ho esposto le mie osservazioni e ho chiesto se, a parità di lavorazione, potevano esistere le differenze, se pur minime, tra un burro e l'altro.
Ecco cosa ho capito dalla nostra conversazione:

il burro di karité può essere

- grezzo - in questo caso potrà contenere le tracce di umpurità ed è sconsigliabile utilizzarlo sulla pelle;

- filtrato - sottoposto ad un processo fisico di filtrazione che elimina le impurità, ma non altera e mantiene intatte le preziose qualità del burro di karité; dopo la filtrazione il burro di karité mantiene il suo caratteristico colore leggermente giallino ed il suo caratteristico odore. può essere tranquillamente usato sulla pelle. è più corretto dire "filtrato" e non "purificato", in quanto subisce una vero e proprio processo meccanico/fisico di filtrazione dove non vengono impegate le sostanze chimiche.

- raffinato - si tratta di un ulteriore lavorazione; il burro viene deodorizzato e decolorato (in questo caso con l'impiego di sostanze chimiche); durante questo processo perde parecchi suoi pregi, cioè diventa più "povero" di sostanze; non ha più il suo caratteristico odore, ne colore. il burro di karité raffinato viene usato molto nell'industria cosmetica.

per quanto riguarda le mie osservazioni su leggere differenze tra un burro e l'altro (entrambi puri al 100% e filtrati) mi ha detto che potrebbe dipendere dal tipo di filtrazione che era stata usata. ci sono diverse tecniche di filtrazione che vengono impiegate; forse il burro che si scioglieva prima e tendeva a lascare una leggera patina oleosa era stato sottoposto ad una filtrazione diversa dall'altro; e questa filtrazione gli aveva fatto perdere parecchi acidi grassi saturi (quelli che tendono a solidificare prima) e aveva lasciato intatti gli acidi grassi insaturi; queste differenze che ci possono stare, sono abbastanza leggere e non modificano il risultato finale; cioè varia la percezione che possiamo avere nella stesura, ma entrambi i burri "lavorano" allo stesso modo sulla nostra pelle.
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Re: Burro di karitè

Messaggio da Corniola »

Casualmente i miei primi due spignatti, e cioè le rose fondenti da doccia e la crema barriera all'ossido di zinco avevano entrambi a che fare con un passaggio in cui il burro di karitè veniva fuso a 70°C. Mi ricordavo di aver letto qualcosa a questo proposito ma le due ricette sono state parecchio collaudate e così le ho eseguite senza stare a preoccuparmi. A posteriori ho ritrovato l’appunto che avevo preso: “ il karitè risolidifica a grumi se oltrepassa i 65°C.” A me tutte e due gli spignatti sono venuti bene, senza traccia alcuna di granuli.
Vorrei capire perché.
Io ho 3 ipotesi:
a) la storia dei granuli si applica solo al karitè non raffinato (ed quello che ho usato io è raffinato)

b) in questo sito http://www.fromnaturewithlove.com/libra ... zation.asp dicono che la cristallizzazione avviene quando un burro, per qualunque motivo, fonde e poi si raffredda troppo lentamente. Nel caso delle Rose da Doccia il raffreddamento è abbastanza repentino, si aggiunge olio a t ambiente alla miscela a 70°C, ma nel caso della crema c’è voluta una vita.

Approfitto per riportare che nel sito del link sopra dicono che per eliminare i granuli bisogna sciogliere a bagno maria il burro senza sovrascaldarlo troppo (generalmente intorno ai 45°) e di tenerlo qualche minuto a una temperatura appena sopra quella di fusione. Nel caso del karitè invece consigliano di tenerlo 20’ a 80°C (a me pare un’enormità). Fatto questo il burro viene colato nel contenitore finale e messo in freezer per arrivare rapidamente alla t ambiente. A questo punto estrarre dal freezer.
Non mi prendo responsabilità perchè non ho provato il metodo anche se mi sembra logico.

Io comunque non ho certo raffreddato così rapidamente quindi l’ipotesi più probabile mi sembrerebbe la prima.

c) Solita fortuna del principiante :maria:
Mi togliete il dubbio?
Ultima modifica di Corniola il 14/05/2014, 0:45, modificato 1 volta in totale.
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Re: Burro di karitè

Messaggio da Lola »

Corniola hai posto un quesito interessante. ti rispondo non perchè l'abbia letto da qualche parte, ma sulla base del buon senso.

Il karitè è, come tutti i grassi vegetali, composto da diversi tipi di acidi grassi. Tra questi ne spiccano due di solidi a temperatura ambiente (punto di fusione intorno ai 60°) il palmitico e lo stearico., presenti a ben il 20-30% del peso. il palmitico fonde a 63°, lo stearico a 69°.
L'olio di oliva ad esempio ne contiene, tra palmitico e stearico, meno della metà.

Che succede quando fondo il karitè a 40°? Il mio acido palmitico e l'acido stearico non si fondono, rimangono in fine dispersione come erano nel burro quando è stato prodotto.
Ma se fondo il karitè a 68° si fonde anche lo stearico. Che fa? Se in tutto questo bailamme deve andare ad avvicinarsi a qualcosa, lo farà ad altre particelle di acido stearico.
E' una cosa che non avviene immediatamente, ma col tempo. Il burro di cacao col karitè fa i granuli dopo qualche mese; e dopo qualche mese estivo per l'esattezza. Quando la temperatura ambientale si avvicina ai 30° o li supera, il tuo stick probabilmente ha la parte oleosa più fluida del solito, e permette minimi movimenti che al freddo non permetterebbe: gli avvicinamenti tra le particelle di acido stearico che erano separate da pochissimo olio.
A quel punto il burro corpo al karitè potrebbe essere bel che finito, e pure la crema. Ma anche se non li avessi finiti, i granuli nella crema è difficile che tu li veda, e sai perchè? Perchè per fare la crema ed il burro montato hai dovuto frullare fino a raffreddamento, disperdendo finemente tutte le componenti del karitè, cosa che non fai col burro cacao, dove sciogli, versi e non muovi più lasciandolo a raffreddare e cristallizzare come vuole senza intervenire.
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Re: Burro di karitè

Messaggio da paracelso »

In realtà la faccenda è un po' più complessa, anche se alla base la spiegazione di Lola sulle diverse temperature di fusione ha un suo senso.
Si tratta di cristallizzazioni polimorfiche dei diversi trigliceridi.
Semplificando molto a seconda della transizione, dell'interfaccia solido liquido e di altre cosine, si formano cristalli diversi più o meno stabili.
Lo stesso trigliceride ha temperature di fusione diverse a seconda di come si è cristallizato.
Configurazione Dimensioni e stabilità dei cristalli cambiano e l'obbiettivo tecnico è avere la massima cristallizazione β' che è la più stabile.
Visto che cristallizzazioni α - γ - δ sono molto instabili e hanno temperatura di fusione più bassa, si passa da cristalli α - γ - δ a cristalli β stabili per poi passare da cristalli β a cristalli β'.
Solo così il prodotto diventa più stabile alla temperatura, non fa granuli e neppure inflorescenze ( altrimenti non si potrebbero produrre rossetti ).
Il ciclo termico è quello del temperaggio della cioccolata dove il burro di cacao, composto prevalentemente da POSt va raffreddato a 27 per poi lentamente riscaldarlo sopra 32° tenerlo in temperatura e riraffreddarlo molto lentamente.
Visto che i cristalli α fondono anche a 20° meno dei cristalli β la diversa stabilità che si ottiene dal temperaggio fa grandi differenze.
semplificando il karitè in commercio è composto prevalentemente da StOSt , che fonde α a 23,5° , β a 41° , β' a 36,5°
il burro di cacao è composto prevalentemente da POSt , che fonde α a 19,5° , β a 35,5° , β' a 31,6°
il burro di palma è composto prevalentemente da POP, che fonde α a 15,2° , β a 35,1° , β' a 30,3°

tutto questo semplificando molto. Visto la differenza di composizione degli oli a seconda dei processi di lavorazione il tutto va adattato al burro che effettivamente si sta maneggiando ed a come è stato frazionato .

La diversa cristallizzazione oltre che sulla stabilità influisce molto sull'aspetto sensoriale .
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Re: Burro di karitè

Messaggio da Lola »

ooookkkkk... ho capito abbastanza (spero).
Mi stai forse dicendo che si può prendere il karitè e trattarlo in modo che non faccia più i granuli anche se lo scaldo venti volte? Oppure magari i trova in vendita già trattato?
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Re: Burro di karitè

Messaggio da paracelso »

Lola ha scritto:ooookkkkk... ho capito abbastanza (spero).
Mi stai forse dicendo che si può prendere il karitè e trattarlo in modo che non faccia più i granuli anche se lo scaldo venti volte? Oppure magari i trova in vendita già trattato?
esatto...
comunque se non vuoi granuli io non partirei da un karitè che definiscono "filtrato", qualunque cosa intendano.
La presenza di insaponificabili e di OStO sposta temperature e stabilità delle cristallizzazioni.
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Re: Burro di karitè

Messaggio da Corniola »

Ma sposta in che senso? Chi è OStO...... Alla fine filtrao sarebbe peggiore? HELP

Nel pomeriggio avevo trovato un complicatissimo articolo sperimentale sul burro di cacao in cui appunto si diceva che i burri ( in realtà i trigliceridi in generale) possono sviluppare struttura cristallina e che le strutture possono essere diverse a seconda della composizione chimica del burro, della temperatura di fusione e di raffreddamento, e della temperatura di conservazione e che, come non bastasse, i cristalli possono trasformarsi da una forma all'altra col tempo. Insomma un gran casino. Poi si descriveva il fatto spiegato da Paracelso; mi era però parso di capire che, anche nello stesso burro di cacao, si possono formare anche altri tipi di cristalli più disorganizzati e temporanei e che più è complessa la composizione chimica del burro e più tipi di cristalli si possono formare. Non avevo poi capito che i tre tipi principali di cristallizzazioni riportati di Paracelso (e dall'articolo) sono sempre uguali in tutti i burri.

Mescolare e frullare immagino impedisca la formazione delle strutture cristalline e quindi dei granuli. Tra l'altro ho trovato un altro articolo che riassume le tecniche africane di lavorazione del koukum in cui si dice che dopo l'ultima fase di lavorazione a caldo bisogna rimescolare durante il raffreddamento per evitare le granulosità. Su questo mi pare a questo punto non ci piove.

Però ancora non ho capito il problema dei 65°C oltre i quali avverrebbe il famoso formarsi dei granuli come ce lo spieghiamo in base a quanto detto. Da dove vengono fuori questi 65°C, sono reali? Perchè dalle t riportate a 41° tutti i cristalli di karitè fondono, non parliamo del burro di cacao e quello che dovrebbe contare poi è come si raffreddano. Che succede da diciamo 43 a 65°C che influenzerebbe la futura formazione dei cristalli?

Ah: nelle rose fondenti da doccia non si frulla non è un burro montato è un mix di burri, olio, acido stearico ed emulsionante. Di grumi però ancora nulla. Magari i cristallini si stanno organizzando mentre scrivo (ma co' 'sto freddo mi sa di no :) )
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Re: Burro di karitè

Messaggio da paracelso »

OStO è il trigliceride composta da oleico-stearico-oleico, presente nel burro di karitè.
Con il frazionamento si tende a separarlo dal StOSt e si ottiene un "olio di karitè" con punti di fusione molto più bassi e cristallizzazioni diverse.

sono state individuate almeno 6 diverse cristallizzazioni , più alcune fasi intermedie.
Nei trigliceridi con prevalenza di acidi saturi ( stearina palmitina ecc..) le configurazioni standard che si considerano sono per lo più α - β e β' .
α è una configurazione esagonale
β è una configurazione a parallelepipedo
β' è una configurazione a parallelepipedo inclinato, romboedrica
La forma è uguale tra diversi trigliceridi , ma non la temperatura di fusione che cambia per ogni fase cristallina a seconda di come è composto il trigliceride .
Nei saponi ci sono altre cristallizzazioni, come l'ω, influenzate anche dalla presenza dell'acqua o della glicerina dove si formano cristalli allungati più fini dei β.
Il lato lungo dei cristalli romboedrici o parallelepipedi è chiaramente dipendente dalla lunghezza della catena di C.
Materie difficili di cui so poco..

i 65° non so cosa c'entrano, devi chiederlo a chi ne parla... per me è la temperatura di fusione di un trigliceride StStSt β'. Fondendo α a 54,5° e β a 72,5° .
Con questi dati puoi ricavare il ciclo di temperaggio per burro composto da StStSt.
Diventa uniforme e senza granuli. Stabile fino a quando non lo "stemperi".

Nei sistemi complessi dove sono presenti concentrazioni rilevanti di trigliceridi con punti di fusione molto diversi si devono fare temperaggi a dente di sega .

Meglio utilizzare burri di qualità già lavorati per dare cristallizzazioni uniformi.
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Re: Burro di karitè

Messaggio da Corniola »

Grazie mille della pazienza nelle risposte, mi sembra di avere il tutto più chiaro. Potrei però dimostrare di non aver capito nulla :) con la prossima domanda che ora azzardo:

se tempero un burro vuol dire che ho fatto in modo di favorire la formazione di cristalli stabili; il burro mi rimane là pacifico e non fa grumi. Ma il giorno che dovessi fonderlo perderei evidentemente tutte le strutture cristalline duramente conquistate col temperaggio. Vero o no? Se è così comprare un burro già temperato a noi poco servirebbe dato che nelle nostre ricette lo rifondiamo sempre. Sarebbe molto più importante imparare a temperarlo quando lo si usa ma quando si ha a che vedere con miscele di più burri (ammesso che sia possibile farlo) mi sa si va oltre quanto è possibile fare a casa. Non oso pensare a questo temperaggio a sega con magari una decina di temperature di fusione diverse :oo:.

Due domande: ammesso che possa servire comprare burro già lavorato come si capisce che un burro lo è? Quello che viene venduto come burro purificato può essere considerato già lavorato?
E perchè nel penultimo messaggio non consigli il burro filtrato (forse era un refuso e proprio quello consigliavi?)
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Re: Burro di karitè

Messaggio da paracelso »

Nell'industria degli oli e grassi il termine filtrato non denota nessuna qualità specifica.
Forse intendevano "frazionato".

Sia per la cosmesi che per il cioccolato , l'industria delle materie prime può fornire oli o burri in grado di formare più facilmente cristallizzazioni stabili , senza grumi.

Questi anche se venissero "stemperati" a temperature molto alte , poi formano più facilmente cristalli β' .
A titolo di esempio, non so se potete procurarveli, ma tra i vari LIPEX della AAK potete trovare diversi burri di karitè con caratteristiche di fusione,cristallizzazione e sensoriali in funzione dell'utilizzo cosmetico che si vuole fare.
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Re: Burro di karitè

Messaggio da Kristin »

Ho letto l'intero topic ed è davvero molto interessante. Il mio primo approccio con il burro di karitè è stato (ed è tuttora) quello con il "burro di karitè pocket" da 5 ml venduto dalla Fitocose. Ha un colore bianco, una consistenza pastosa molto piacevole (è anche lievemente "granulosa") ed un odore praticamente neutro. Devo dire che non mi piace usarlo a mo' di burrocacao: mi secca le labbra (anche Lola una volta aveva detto che il solo Burro di Karitè non era un "buon burrocacao"). Credo che sia più un "trattamento protettivo" da fare ogni tanto o una sorta di "burro-barriera per le labbra" da utilizzare non-quotidianamente.

Devo dire che mi ha colpito che Lola abbia detto che non lo si può usare come "contorno occhi" ... perchè è proprio l'uso che ne faccio al momento, e devo dire che mi soddisfa molto: il contorno occhi mi sembra idratato, "protetto" e non mi ha provocato grani di miglio. Su Promiseland, Fabrizio Zago ha scritto:

" il mio parere è che il burro di karitè sia un ottimo contorno occhi. E' ricco di insaponificabile, è un buon filtro solare, pieno di emollienti.....insomma va più che bene"

Personalmente lo uso così:

-Come contorno occhi ogni sera: puro sulla pelle asciutta.
-Come trattamento per le labbra: mischiato ad un po' di miele e spalmato sulle labbra: lo tengo in posa il più possibile e poi elimino l'eccesso.
-Ogni tanto sul viso dopo aver applicato lo Jalus C (sempre della Fitocose).
-Sulle punte dei capelli inumiditi
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Re: Burro di karitè

Messaggio da Lola »

Non è un buon filtro solare, ha un SPF veramente basso, spesso vanificato dal fatto che la sua lucidità fa passare maggiormente i raggi solari rispetto all'opacità della pelle non idratata.
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Re: Burro di karitè

Messaggio da denik »

Ho acquistato il burro di karitè non bio da aromazone .
Ha una consistenza granulosa e faccio fatica a scioglierlo. E' il più economico .dalla carta d'identità: pressione meccanica manuale e purificazione mediante processi fisici senza solventi chimici.
Il basso costo è dovuto al fatto che non è stato raffinato.. :mah:
ho letto tutto il topic e credo che sia lo stesso buono.....mi fa pensare solo il fatto che è molto granuloso (sbalzi di temperatura)
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michelle
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Re: Burro di karitè

Messaggio da michelle »

Hai preso quello denominato Beurre vegetale de karitè? io di questo ne ho comprato mezzo kilo e di grumi non ne ha. Però anche il tuo grumoso è buono, è solo un pò scocciante all'uso.